AGI - Sono 800mila le persone costrette a fuggire da Rafah, a causa dell'operazione militare israeliana nella città nel Sud dell'enclave palestinese. "Sono 800.000 le persone che si sono messe in moto, costrette a fuggire, da quando le forze israeliane hanno iniziato l'operazione militare nell'area il 6 maggio", ha denunciato il capo dell'Unrwa, l'agenzia per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini su X.
Once again, nearly half of the population of Rafah or 800,000 people are on the road, having been forced to flee since the Israeli Forces started the military operation in the area on 6 May.
— Philippe Lazzarini (@UNLazzarini) May 18, 2024
In response to evacuation orders demanding people to flee to so-called safe zones,…
Raid su campo profughi Nusseirat
Un raid aereo israeliano ha ucciso 20 persone prima dell'alba nel campo profughi di Nusseirat, nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito fonti mediche dell'ospedale di Al-Aqsa.
"Abbiamo ricevuto 20 morti e diversi feriti dopo che un attacco aereo israeliano ha preso di mira una casa che apparteneva alla famiglia Hassan nel campo di Nusseirat", ha detto l'ospedale di Al-Aqsa.
Secondo altri testimoni, l'attacco è avvenuto nel cuore della notte, intorno alle 3:00 del mattino. L'esercito israeliano ha preannunciato che vuole verificare l'accaduto.
Gantz: "Piano per il futuro di Gaza o mi dimetto"
Intanto il ministro della guerra israeliano Benny Gantz ha annunciato che si dimetterà dal Governo se il primo ministro Benjamin Netanyahu non darà il via libera a un piano post-bellico per la Striscia di Gaza.
"Il gabinetto di guerra deve formulare e approvare entro l'8 giugno un piano d'azione che porterà alla realizzazione di sei obiettivi strategici di importanza nazionale oppure saremo costretti a dimetterci dal governo", ha detto Gantz, riferendosi al suo partito, in un discorso televisivo diretto a Netanyahu. Gantz ha detto che i sei obiettivi includono: il rovesciamento di Hamas, garantire il controllo di sicurezza israeliano sul territorio palestinese e restituire gli ostaggi israeliani. "Insieme al mantenimento del controllo di sicurezza israeliano, stabilire un'amministrazione americana, europea, araba e palestinese che gestirà gli affari civili nella Striscia di Gaza e gettare le basi per una futura alternativa che non è Hamas o Mahmoud Abbas," ha detto, riferendosi al presidente dell'Autorità palestinese. Ha anche esortato la normalizzazione dei legami con l'Arabia Saudita "come parte di una mossa globale che creera' un'alleanza con il mondo libero e il mondo arabo contro l'Iran e le sue affiliate
La replica di Netanyahu
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha subito replicato accusando Gantz di "lanciare un ultimatum al primo ministro invece di lanciare un ultimatum a Hamas". L'ufficio di Netanyahu afferma in una dichiarazione che le richieste di Gantz significherebbero "la fine della guerra e la sconfitta per Israele, l'abbandono della maggior parte degli ostaggi, la permanenza di Hamas al potere e la creazione di uno Stato palestinese".
"Se Gantz mette davvero al primo posto l'interesse nazionale e non il rovesciamento del governo - prosegue la presidenza del Consiglio - dovrà rispondere a tre domande:
1) Gantz vuole che l'operazione a Rafah giunga fino alla fine e, se si', perche' minaccia di rovesciare il governo di unita' nazionale durante l'operazione dell'IDF?;
2) Si oppone al governo dell'Autorita' Palestinese a Gaza, anche se Mahmoud Abbas non e' coinvolto?;
3) Sosterrebbe uno Stato palestinese come parte di un processo di normalizzazione con l'Arabia Saudita?"
"Il premier Netanyahu è determinato a eliminare i battaglioni di Hamas", dice l'ufficio di Netanyahu, "si oppone all'introduzione dell'Autorità Palestinese a Gaza e alla creazione di uno Stato palestinese che sarà inevitabilmente uno Stato terroristico". Netanyahu - prosegue il comunicato - ritiene che il governo di unità nazionale sia fondamentale per raggiungere gli obiettivi della guerra, "e si aspetta che Gantz renda chiare al pubblico le sue posizioni su questi temi"
Sullivan a Riad, incontra principe ereditario MbS
Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan è a Riad dove ha incontrato il principe ereditario Mohammed bin Salman. I due, riferisce l'agenzia saudita, hanno discusso di un accordo bilaterale a largo raggio e della guerra di Israele contro Hamas a Gaza. Dopo la sua visita in Arabia Saudita, Sullivan volerà in Israele, dove incontrerà il premier israeliano, Benjamin Netanyahu per aggiornarlo sui suoi colloqui a Riad e discutere anche della prevista operazione militare israeliana a Rafah.