AGI - Gruppi di consumatori europei hanno accusato l'app cinese Temu di utilizzare “tecniche di manipolazione” per costringere gli utenti a spendere di più".
Il gruppo europeo per i diritti dei consumatori BEUC ha presentato un reclamo alla Commissione europea, mentre 17 organizzazioni europee, tra cui Francia, Germania e Spagna, hanno fatto lo stesso con le autorità nazionali.
I gruppi accusano Temu di “non proteggere i consumatori e di utilizzare pratiche di manipolazione illegali”, note come “dark patterns”, e chiedono un'indagine.
Ritengono che Temu stia distorcendo o compromettendo la capacità dei consumatori di prendere “decisioni libere e informate” durante gli acquisti online, in violazione della mastodontica legge dell'UE sui contenuti online nota come Digital Services Act (DSA). Secondo il BEUC, la piattaforma non fornisce sufficienti informazioni sui commercianti presenti su Temu, “lasciando spesso i consumatori all'oscuro di chi stia acquistando i prodotti”.
Temu, una delle app in più rapida crescita, è entrata nel mercato dell'UE solo nell'aprile 2023 e afferma di avere in media circa 75 milioni di utenti attivi mensili nel blocco dei 27 Paesi.
In base al DSA, tutte le piattaforme digitali devono rimuovere rapidamente i contenuti illegali, essere più trasparenti su come utilizzano i dati degli utenti e garantire la sicurezza degli acquirenti online.
Inoltre, non ci sono abbastanza informazioni sul funzionamento del suo sistema di raccomandazione “opaco”, che è obbligatorio ai sensi della DSA.
Temu, di proprietà della cinese PDD Holdings, ha già subito pressioni in Europa.
All'inizio di quest'anno i gruppi di consumatori tedeschi hanno messo in guardia Temu da problemi simili, e la piattaforma ha annunciato che non avrebbe più visualizzato avvisi che invitavano i consumatori a “Sbrigarsi! Più di 126 persone hanno questo articolo nel loro carrello”. L'azienda ha affrontato un severo controllo anche in Asia e negli Stati Uniti.
In aprile le autorità di regolamentazione sudcoreane hanno iniziato a indagare su Temu per sospetta pubblicità ingannevole e pratiche sleali.