AGI - Il primo ministro della Slovacchia, Robert Fico, è in gravi condizioni all'ospedale della cittadina di Banska' Bystrica, nel centro del Paese e a 200 chilometri dalla capitale Bratislava, dopo essere stato ferito con 5 colpi di pistola sparati al termine di una riunione del governo a Gandlova e aver subito un lungo intervento chirurgico al termine del quale è stato posto in coma farmacologico. A meno di un mese dalle elezioni europee, la Slovacchia è molto divisa e il dibattito politico molto agguerrito fra i sostenitori del premier cinquantanovenne, che ha posizioni euroscettiche e anti-Nato oltre che anti-Ucraina, e i suoi avversari filoeuropei e atlantisti. Gli esponenti del governo hanno parlato del "momento piu' triste nella storia del Paese", nato il primo gennaio 1993 dalla divisione della Cecoslovacchia in due diversi Paesi, la Repubblica ceca con capitale Praga e 10,5 milioni di abitanti e la Slovacchia popolata da 5,5 milioni di persone.
⚡️⚡️⚡️ The first minutes after the attack on Robert #Fico - the prime minister's security guards evacuate him to his motorcade while eyewitnesses hold the shooter
— NEXTA (@nexta_tv) May 15, 2024
According to preliminary information from Slovak media, Fico was shot multiple times. One to the abdomen, one to the… pic.twitter.com/vhcYPPjjlg
Il ministro della Difesa Robert Kaliniak ha parlato di "un attacco politico" al quale "reagire di conseguenza". La polizia ha arrestato il responsabile, uno scrittore 71 enne di nome Juraj Cintula, che ha dichiarato di avere agito perché "non d'accordo con la politica di questo governo". Tornato al potere come primo ministro lo scorso ottobre (era già stato capo del governo di Bratislava dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018), Fico ha come prima azione politica interrotto il sostegno militare all'Ucraina. Già membro del partito comunista, si è opposto alle sanzioni Ue contro la Russia. Il mese scorso il suo alleato Peter Pellegrini ha vinto le elezioni presidenziali sconfiggendo l'avversario europeista. La decisione più controversa è stata l'adozione di un progetto di legge sulla radio e la tv pubbliche che secondo gli avversari limita la libertà di stampa.
Il principale partito di opposizione Slovacchia progressista ha smentito seccamente le ipotesi che l'attentatore sia in qualche modo legato alla formazione politica e il leader Michal Simeka ha messo in guardia "contro la diffusione di informazioni false sull'autore dell'omicidio". Il mondo intero ha condannato l'attentato a Fico: da Biden a Putin, da Macron a Von der Leyen, da Meloni a Scholz, da Stoltenberg a Guterres, da Zelensky al vicino e alleato Orban, tutti si sono detti scioccati e hanno definito l'attentato "ignobile".