AGI - Un tribunale iraniano ha condannato a morte un uomo, Mahmoud Mehrabi, per i contenuti pubblicati online durante le proteste del 2022 in seguito alla morte di Mahsa Amini, 22enne di origini curde arrestata dalla polizia perché indossava il velo in modo non regolare. La morte sospetta della giovane mentre si trovava agli arresti ha provocato mesi di proteste di massa duramente represse dal regime degli Ayatollah. Il sito web Mizan Online della magistratura iraniana ha informato che il trentacinquenne Mehrabi è stato giudicato colpevole di aver pubblicato contenuti che includevano indicazioni su come "usare armi fatte in casa e invitavano a distruggere la proprietà pubblica".
È stato condannato per "incitamento a commettere omicidi e per aver insultato la santità religiosa". L'avvocato Babak Farsani ha dichiarato che Mehrabi è stato giudicato colpevole del reato capitale di "corruzione in terra" ricordando che può ancora ricorrere in appello contro la sentenza presso la Corte Suprema. Le proteste, durate mesi e scatenate dalla morte di Amini, hanno visto centinaia di morti negli scontri di piazza, tra i quali anche decine di agenti di sicurezza. Migliaia di persone sono state arrestate per sedare quelle che le autorità hanno definito "rivolte" istigate dall'estero.
Il mese scorso, un tribunale iraniano ha condannato a morte il popolare rapper Toomaj Salehi per aver sostenuto le manifestazioni. Già nove esecuzioni sono state compiute su uomini ritenuti colpevoli di reati legati alle proteste, in particolare le violenze contro le forze di sicurezza. Secondo Amnesty International, nel 2023 l'Iran ha eseguito le condanne a morte di 853 persone, il numero più alto dal 2015.