AGI - Sono 34 (di cui 16 di lingua tedesca, altrettanti di lingua francese e 2 di lingua italiana) le nuove reclute del Corpo della Guardia Svizzera pontificia che hanno prestato giuramento, oggi pomeriggio, nel Cortile di San Damaso in Vaticano, in occasione dell'anniversario del sacco di Roma.
Come da tradizione, stamane i nuovi appartenerti a uno dei corpi più famosi del mondo sono stati ricevuti dal Pontefice, per ricordare l'episodio del sacco di Roma (1527), in cui 189 Guardie persero la vita per difendere Papa Clemente VII contro l'esercito di Carlo V.
"Coltivare attivamente e intensamente la vita comunitaria", magari anche con gite a Roma o attività sportive, andando "controcorrente" rispetto alla tendenza dei giovani a "trascorrere il tempo libero da soli con il computer o il telefonino", ha chiesto loro Papa Francesco. Che ha anche assicurato "La nuova caserma, attualmente in fase di progettazione, dovrebbe dare un importante contributo al ricongiungimento delle Guardie e delle loro famiglie, che attualmente sono costrette a vivere un po' disperse per mancanza di spazio".
Il rito del giuramento - in cui si proclama di proteggere e difendere il Papa in carica e tutti i suoi legittimi successori, anche a rischio della propria vita, come hanno fatto in passato gli antenati - è avvenuto sulla bandiera del Corpo delle Guardie Svizzere Pontificie e alla presenza del rappresentante del Papa, monsignor Edgar Pena Parra, sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato.
Pope Francis greets the officers and new recruits of the Pontifical Swiss Guards on the day of the swearing-in ceremony, and encourages them to cultivate human relationships and community life in their service.
— Vatican News (@VaticanNews) May 6, 2024
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Al giuramento solenne era presente una delegazione della Confederazione svizzera, guidata dalla presidente Viola Amherd con il presidente del Consiglio nazionale, Eric Nussbaumer, e dalla presidente del Consiglio degli Stati, Brigitte Eva Herzog. Il capo dell'Esercito è rappresentato dal brigadiere Jacques Frederic Rudin, vice capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Partecipa anche il presidente della Conferenza Episcopale Svizzera, monsignor Felix Gmur, vescovo di Basilea. La delegazione del cantone ospitante di quest'anno, Basilea Campagna, è guidata dalla presidente del governo cantonale, Monica Gschwind.
Guidato dal colonnello Christoph Graf, l'esercito più antico del mondo ha il compito di controllare gli accessi al Vaticano e al Palazzo Apostolico, di garantire l'ordine e la rappresentanza durante le cerimonie papali e i ricevimenti di Stato e di proteggere il Collegio cardinalizio durante la sede vacante. Il Corpo comprende guardie provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera.
Il filmato della cerimonia vede sfilare i tamburi con le tre guardie che guidano il corteo delle giovani reclute, loro hanno l'elmo con le piume gialla e nera. Il comandante e il cappellano, padre Kolumban Reichlin OSB, passano in rassegna l'intero picchetto. Dopo i loro discorsi, pronunciati non solo in italiano, ma anche con passaggi in francese e tedesco, l'esecuzione degli inni nazionali. Le reclute, che indossano la "Gran Gala", l'uniforme di gala comprensiva di circa otto chili di armatura, che viene indossata solo in tre altre circostanze nell'anno (per la benedizione papale "Urbi et Orbi", a Natale e Pasqua), sfilano nel Cortile, sotto lo sguardo delle famiglie e di amici. Sono chiamate in appello dal sergente e ognuna procede con il solenne giuramento sulla bandiera.
La formula del giuramento
Questa viene afferrata con convinzione con una mano mentre l'altra viene alzata con le tre dita aperte, a simbolo della trinità. Il cappellano legge la formula: "Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa. Assumo gli stessi doveri nei confronti del Collegio Cardinalizio durante la vacanza della Sede Apostolica. Prometto anche al Comandante e agli altri Superiori rispetto, fedeltà e obbedienza. Cosi' giuro, che Dio e nostri Santi Patroni mi assistano".
La risposta di ciascun alabardiere è di osservare "fedelmente, lealmente e onorevolmente tutto ciò che in questo momento mi è stato letto. Che Dio e i nostri Santi Patroni mi assistano".