AGI - La delegazione di Hamas attesa al Cairo e' arrivata in Egitto per la prosecuzione dei negoziati sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani. Lo ha riferito la testata egiziana Al-Qahera News. "Progressi significativi sono stati realizzati nei negoziati", riferisce Al-Qahera News, citando una "fonte di alto livello". I mediatori egiziani sarebbero pervenuti a una "formula consensuale sulla maggior parte dei punti di disaccordo". Ma, in realtà, serve ancora del tempo per conoscere il parere di Hamas sull'ultima proposta di tregua. La giornata di sabato, infatti, si è conclusa "senza che ci siano stati sviluppi" e domenica ci sarà "un nuovo round". Insomma, chi aveva dato per imminente l'accordo tra Israele e Hamas è rimasto deluso. La stessa Cnn ha spiegato che potrebbero essere necessari altri giorni per chiudere la trattativa. Non a caso, il direttore del Mossad David Barnea è rimasto in Israele (a differenza del direttore della CIA Bill Burns che è invece al Cairo) anche se fonti israeliane hanno detto che potrebbe spostarsi rapidamente in Egitto se Hamas dovesse accettare la cornice di un eventuale accordo.
"Stiamo ancora parlando delle questioni principali, ovvero il completo cessate il fuoco e il completo ritiro di Israele da Gaza", ha detto, facendo il punto della situazione, il portavoce di Hamas, Osama Hamdan in una intervista ad Al Jazeera. "Sfortunatamente - prosegue Hamdan - Netanyahu ha dichiarato chiaramente che, indipendentemente da un cessate il fuoco o meno, continuerà l'attacco contro Rafah, il che significa che non ci sarà alcun cessate il fuoco. La nostra intenzione di raggiungere un cessate il fuoco significa che non ci saranno piu' attacchi in nessuna parte di Gaza, inclusa Rafah. Le nostre informazioni confermano che Netanyahu sta ostacolando un accordo per motivi personali". La stessa Al Jazeera scrive: "Netanyahu - che deve affrontare processi penali in Israele e potenziali accuse di crimini di guerra all'estero - e' stato accusato di aver esteso l'attacco a Gaza per rimanere al potere".
"Dobbiamo parlare poi - conclude Hamdan - della reale posizione degli Stati Uniti perche' questa e' la questione principale che influenzera' la posizione degli israeliani, principalmente Netanyahu. Le garanzie sono importanti, ma serve una dichiarazione che chiarisca le posizioni di ciascuna parte. Perche', come tutti sappiamo, gli israeliani cercano ogni volta di venir meno ai loro impegni".
Intanto, decine di migliaia di israeliani hanno manifestato sabato sera in diverse citta', tra cui Tel Aviv, a favore dell'accordo di liberazione degli ostaggi attualmente in fase di negoziato e chiedendo lo svolgimento di elezioni anticipate. Diverse famiglie di ostaggi hanno rilasciato una dichiarazione: "C'e' ora un accordo sul tavolo, che Hamas ha detto che potrebbe accettare. Ma Netanyahu, dopo i segnali di Hamas, sta ancora una volta cercando di mandare all'aria l'accordo, nascondendosi sotto le spoglie di un'anonima fonte politica, dicendo che Israele non accettera' di porre fine alla guerra. Netanyahu tenta ancora una volta di sabotare l'unica possibilita' che abbiamo per salvare gli ostaggi", ha dichiarato a nome del Forum degli ostaggi Einav Zangauker, il cui figlio e' detenuto nella Striscia.
Gli organizzatori della protesta di Tel Aviv affermano che 12 manifestanti sono stati arrestati per aver tentato di bloccare l'autostrada Ayalon. Scontri tra manifestanti e polizia anche a Gerusalemme. Secondo il Times of Israel, la polizia ha arrestato con la forza un manifestante che ha tentato di bloccare la strada.