AGI - In attesa di una risposta di Hamas sull'ultima proposta di tregua presentata dai mediatori al Cairo, Israele continua a guardare a Rafah. Il premier Benjamin Netanyahu, in un incontro con familiari degli ostaggi e dei caduti, ha ribadito l'intenzione di lanciare l'invasione di terra contro la città nell'estremo sud di Gaza, nonostante la dura opposizione degli Usa. "Entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale", ha affermato il capo di governo. "L'idea che porremo fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile", ha sottolineato. Le forze armate (Idf) hanno fatto sapere che la 98a e la 162a divisione dell'esercito hanno svolto negli ultimi giorni intensi preparativi per le future offensive nella Striscia, compresa l'imminente operazione a Rafah. "I comandanti delle divisioni hanno completato l'approvazione dei piani per le prossime missioni e stanno continuando ad aumentare la loro preparazione". Secondo i media israeliani, se un accordo sugli ostaggi con Hamas non verrà raggiunto entro i prossimi giorni, l'operazione avrà inizio.
Un alto funzionario ha fatto sapere che l'esecutivo israeliano aspetterà fino a stasera una risposta del gruppo palestinese prima di decidere se mandare o meno inviati al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco.
Contro l'ultima bozza di intesa si è scagliato il ministro delle Finanze israeliano e leader dell'estrema destra Bezalel Smotrich: "Chiunque contribuirà, sarà ricordato per sempre nella storia dello Stato ebraico, e non merita di essere considerato il suo leader", ha affermato alla Knesset. Per il leader di Sionismo religioso, "la proposta egiziana è una terribile sconfitta e una disfatta del partito Blu e Bianco (guidato da Benny Gantz, ministro nel gabinetto di guerra, ndr) che darà ad Hamas una clamorosa vittoria su un piatto d'argento". Smotrich ha accusato il gabinetto di guerra di "accettare concessioni strategiche che mettono in pericolo lo Stato di Israele" e ha esortato Netanyahu a "non sventolare bandiera bianca, non lasciare che Sinwar ci umili ancora e vinca la guerra".
Intanto, la delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo per tornare in Qatar e "discutere la proposta". L'intenzione, ha aggiunto una fonte e' "rispondere il piu' rapidamente possibile". Sul tavolo ci sarebbe un piano per un cessate il fuoco di 40 giorni e il rilascio di decine di ostaggi in cambio di un certo numero di detenuti palestinesi. Secondo fonti egiziane gli inviati di Hamas dovrebbero "tornare con una risposta scritta". Dopo Riad, continua il tour regionale del segretario di Stato americano Antony Blinken, che prima di atterrare in Israele ha fatto tappa ad Amman per colloqui con il re Abdallah II e il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi incentrati sugli sforzi diplomatici per aumentare gli aiuti umanitari alla Striscia e porre fine alla guerra a Gaza.
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Un'operazione di terra da parte delle truppe israeliane nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, sarebbe una "tragedia indicibile". Lo ha dichiarato il capo delle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari Martin Griffiths. "La verità più semplice è che un'operazione di terra a Rafah sarà una tragedia senza precedenti. Nessun piano umanitario può contrastarlo", ha aggiunto, dopo che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha giurato di lanciare un'offensiva su Rafah, che è diventata un rifugio per circa 1,5 milioni di palestinesi. Con Hamas che sta valutando un piano di tregua proposto nei colloqui del Cairo con i mediatori statunitensi, egiziani e del Qatar, Netanyahu ha giurato di lanciare l'assalto a Rafah "con o senza accordo".