AGI - Israele ha deciso che non invierà una delegazione al Cairo per i colloqui sugli ostaggi. Lo ha detto un funzionario israeliano al Times of Israel. "Aspetteremo le risposte mercoledì sera e poi decideremo", ha aggiunto la fonte facendo riferimento all'ultima offerta di tregua, che include una pausa di 40 giorni nei combattimenti e il rilascio di migliaia di prigionieri palestinesi in cambio di ostaggi israeliani. I piani finali per l'azione militare a Rafah e nei campi profughi nel centro della Striscia di Gaza sono stati approvati dal capo di stato maggiore delle forze di difesa israeliane, il tenente generale Herzi Halevi. Secondo il sito di notizie Ynet, che non cita alcuna fonte, i carri armati israeliani sono schierati al confine di Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare la controversa offensiva, considerata da Israele l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas. I piani tattici per entrare nel vivo dei combattimenti sono stati completati negli ultimi giorni, riferisce Ynet, e includono un'invasione graduale che può essere fermata o ritardata in caso di progressi nei colloqui sugli ostaggi. Le prossime 48-72 ore, afferma Ynet, saranno decisive.
La Cina ha intanto annunciato che Hamas e Fatah hanno tenuto discussioni "incoraggianti" a Pechino al fine di raggiungere la "riconciliazione intra-palestinese".
Dopo aspri combattimenti, il movimento islamista Hamas, rivale di Fatah del presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas, ha preso il potere nel 2007 nella Striscia di Gaza. Da più di sei mesi l'esercito israeliano porta avanti in questo territorio una grande offensiva che ha provocato la morte di numerosi civili, dopo l'attacco senza precedenti di Hamas a Israele il 7 ottobre. Fatah mantiene un controllo amministrativo parziale in Cisgiordania, tramite l'Autorità palestinese.
"Su invito della Cina, rappresentanti del Movimento di liberazione nazionale palestinese (Fatah, ndr) e del Movimento di resistenza islamica (Hamas, ndr) hanno recentemente visitato Pechino per discussioni approfondite e franche sulla promozione della riconciliazione intra-palestinese", ha annunciato Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri cinese. "Le due parti hanno espresso pienamente la loro volontà politica di raggiungere la riconciliazione attraverso il dialogo e la consultazione, hanno discusso molte questioni specifiche e hanno fatto progressi", ha sottolineato in una conferenza stampa. "Hanno concordato di continuare questo processo di dialogo con l'obiettivo di raggiungere l'unita' palestinese il più rapidamente possibile", ha aggiunto il portavoce.
La Cina sostiene la causa palestinese da decenni. Pechino tradizionalmente si batte per una soluzione basata sul principio dei due Stati, mentre il processo di pace israelo-palestinese e' in fase di stallo dal 2014.