AGI - C'è totale incertezza su quello che deciderà il premier spagnolo Sanchez, che alle 11 comunicherà se ha deciso di rimanere al governo o meno. Il premier, che fino a ieri sera, domenica, non aveva informato neppure il suo entourage sulla scelta, si è concesso una riflessione personale cinque giorni fa, dopo la denuncia presentata contro Begona Gomez, la moglie, sospettata di aver commesso reati di traffico di influenza e corruzione. In questi giorni il premier ha ricevuto un'ondata di solidarietà da militanti e dirigenti socialisti che gli chiedono di non fare un passo indietro. A mezzogiorno, Sanchez si presenterà al palazzo della Moncloa, sede della presidenza, per fare una dichiarazione istituzionale e comunicare la sua decisione.
Sia il governo che il Psoe assicurano che tutte le opzioni sono sul campo e che si tratta di una decisione personale, lontana da qualsiasi tipo di strategia, dopo la campagna di "vessazione e demolizione" di cui Sanchez ritiene di soffrire da parte del PP, di Vox e di altri media e organizzazioni di destra e di estrema destra, che hanno sferrato gli attacchi contro sua moglie. Il premier è rimasto rinchiuso con la moglie e le figlie per cinque lunghi giorni nella sede del governo dove ha un appartamento, senza condividere con nessun altro il processo decisionale. Resta l'incognita sulla strada che ha scelto e anche sull'ora in cui si presenterà nella sede della presidenza del governo per renderla pubblico.
Nessuno sa niente, scrive El Pais, citando una fonte vicina al premier: "Stiamo solo ipotizzando senza alcuna informazione". "A un certo punto ho la sensazione che stiamo leggendo le carte dei Tarocchi: tutti cerchiamo di interpretare i segni, ma non sappiamo cosa farà", dice un'altra persona molto vicina. La sensazione che trasmettono gli ambienti 'informati' è che Sanchez abbia pensato di dimettersi dopo aver appreso della denuncia contro la moglie, ma che, per non agire in fretta, abbia deciso di concedersi qualche giorno di riflessione come ha spiegato nella sua lettera ai cittadini. Ma tutti ammettono che c'è molta preoccupazione per la decisione che potrebbe prendere e che esiste un certo rischio che si dimetta. Nessuno però fa speculazioni sugli scenari possibili: ovvero se rimarrà, se ci possa essere una mozione di fiducia, la convocazione del voto anticipato (per cui bisognerebbe aspettare ancora poco più di un mese), oppure le dimissioni e il successivo tentativo di investitura di un altro esponente socialista.
Il Psoe ha trasformato la riunione del suo Comitato Federale sabato, che era destinata ad approvare la candidatura alle elezioni europee, in un atto di sostegno al suo leader in cui sono stati ripetuti gli appelli a non gettare la spugna. "Pedro, resta", è stato il messaggio con cui la 'numero due' del governo e del Psoe, Maria Jesus Montero, ha aperto il suo intervento nel conclave socialista, sostenuta dal resto dei dirigenti del partito e, in piazza, da diverse migliaia di militanti venuti a Madrid da tutta la Spagna per sostenere il loro segretario generale. Ci sono state anche altre mobilitazioni durante il fine settimana che hanno chiesto a Sanchez di rimanere alla guida del governo. Da parte sua, il presidente del PP, Alberto Nunez Feijoo, che parlerà anche lui alla Paese dopo che si saprà la scelta di Sanchez, ha dichiarato che, qualunque cosa decida, rappresenta già il passato perché il premier ha portato "decadenza e divisione" alla Spagna.