AGI - Dilagano le proteste filo-palestinesi nei college statunitensi, proteste che ricordano da vicino quelle degli anni '60 contro la guerra nel Vietnam e che hanno portato finora ad almeno 400 fermi in una settimana (dal 18 aprile, quando furono arrestate un centinaio di giovani alla Columbia University di New York).
Le manifestazioni si sono allargate ad altri campus, dalla California alla Georgia, da Boston alla Florida. La polizia ha continuato a confrontarsi con i manifestanti e ci sono stati arresti all'Emerson College, ad Atlanta, ma anche alla University of Southern California e all'Università del Texas ad Austin, e a Washington Dc (dalla Georgetown alla George Washington University).
Nei campus di tutta la nazione, gli studenti chiedono che le università taglino i ponti con le aziende che fanno affari con Israele e hanno organizzato accampamenti, sit-in, manifestazioni. Sono ancora in corso le manifestazioni alla Columbia University, ad Harvard, alla New York University, alla UC Berkley. Ad Atlanta, in Georgia, è stata fermata anche la presidente del dipartimento di filosofia della Emory University, Noelle McAfee, scortata fuori dal campus da un agente che l'ha ammanettata. Alla Columbia University, si è presentata anche la deputata democratica del Minnesota, Ilhan Omar, che è somala naturalizzata statunitense, dal 2019 eletta al Congresso. La figlia di Omar, Isra Hirsi, che ha 21 anni, era nel gruppo di manifestanti filo-palestinesi sgomberati dall'università dalla polizia la scorsa settimana. L'American Columbia University ha rinviato alla mezzanotte di oggi, venerdì, il termine ultimo per l'evacuazione degli studenti filo-palesi dal campus. "I negoziati sono andati avanti e continuano come previsto", ha affermato l'ufficio del presidente dell'Universita' di New York, Minouche Shafik, in un comunicato stampa.
Sono saliti a più di venti gli arresti condotti dalla polizia nel campus dell'università di Emory, in Georgia, occupato da centinaia di manifestanti. Gli agenti hanno dovuto fare ricorso a spray urticante per sgomberare l'area.