AGI - "La presidenza italiana del G7 invita alla prudenza e a un'assoluta de-escalation. Chiediamo di fermare l'attacco a Rafah, vediamo se saremo convincenti. Lanciamo un appello alla de-escalation, alla prudenza". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rai News 24 commentando l'attacco israeliano delle scorse ore. Tajani ha anche rassicurato sulla sorte degli italiani che si trovano nella Repubblica islamica: "Sono al sicuro", ha aggiunto da Capri, dove è prevista la seconda giornata del G7 dei ministri degli Esteri. Tajani, in particolare, ha spiegato di aver parlato con l'ambasciatrice italiana a Teheran, Paola Amadei.
Analogo appello è stato lanciato anche dalla Francia. "Parigi invita tutte le parti alla calma e ad agire con moderazione", ha detto il vice ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot, dopo l'attacco israeliano a Isfahan, in Iran.
"Dobbiamo fare tutto il possibile affinchè le parti nella regione evitino l'escalation - ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un punto stampa in Finlandia al confine con la Russia con il premier Petteri Orpo -. Abbiamo assistito al massiccio attacco con droni e missili dall'Iran contro Israele. E' assolutamente necessario che la regione sia stabile e che tutte le parti esercitino moderazione da ulteriori azioni". E anche la Cina ha reso noto che "si opporrà a qualsiasi azione che inasprisca ulteriormente le tensioni", ha fatto sapere il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian.
Sulla risposta israeliana all'attacco dell'Iran sul suo territorio ha detto la sua anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenuto a 'Giù la maschera' su Rai Radio Radio 1. "Sono due capitoli distinti - ha spiegato il ministro - su Gaza penso che la determinazione israeliana sia quella di andare avanti e anche a Rafa e che quindi non ci sia un cambio di strategia. L'idea di estirpare Hamas e di in qualche modo rendere più sicura la striscia di Gaza continua a essere prioritaria per il governo israeliano e devo dire condivisa da tutta l'opinione pubblica israeliana. Non è solo un atteggiamento di Netanyahu, è abbastanza diffusa - ha concluso Crosetto - all'interno del parlamento e dell'opinione pubblica israeliana".