AGI - Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, è rientrato dal Qatar dove ha incontrato la propria controparte locale, ma soprattutto il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il dialogo tra il capo della diplomazia di Ankara e il numero uno dell'organizzazione palestinese è stato rivelato dai media turchi ma non era stato annunciato in un primo momento. La notizia arriva mentre il Qatar, secondo quanto riferiscono i media israeliani, starebbe valutando di ritirarsi dal ruolo di mediatore tra Israele e Hamas.
La diplomazia di Doha è finora stata in prima linea nella ricerca di un'intesa che consenta la liberazione dei 133 ostaggi israeliani, dal 7 ottobre scorso prigionieri nella Striscia di Gaza. In questo contesto, la Turchia torna a rivendicare con i fatti un ruolo nel faticoso negoziato in corso. È di mercoledì la notizia di una prossima visita in Turchia del leader di Hamas Haniyeh, che sabato prossimo sarà ricevuto dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Al centro dell'incontro ci sarà l'accesso agli aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza, ma anche i tentativi di arrivare al cessate il fuoco e di evitare una escalation tra Israele e Iran. Appena ieri Erdogan aveva ribadito il sostegno ad Hamas, definito "un movimento di liberazione" e paragonato alla lotta per l'indipendenza che la Turchia ha portato avanti tra il 1915 e il 1920 contro Gran Bretagna e Grecia.
Il governo turco mantiene vivi i contatti con Hamas, ospita sul proprio territorio dei leader del movimento e si rifiuta di considerare l'organizzazione palestinese un gruppo terroristico, come gli Usa e i Paesi europei. Erdogan, Fidan e il capo dei servizi segreti hanno anche telefonato la scorsa settimana al leader di Hamas per porgere le condoglianze in seguito all'uccisione dei suoi tre figli, colpiti da un bombardamento israeliano a Gaza. Il presidente turco appena l'altro ieri è tornato ad accusare Israele di genocidio e puntare il dito contro "il sostegno incondizionato dell'occidente in un massacro destinato a rimanere per sempre una macchia nella storia".
"Combatterò per la causa palestinese e sarò la voce della popolazione oppressa anche se dovessi rimanere l'unico", ha detto Erdogan. Alla fine della scorsa settimana, prima attraverso il Segretario di Stato americano Antony Blinken, e dopo l'attacco iraniano a Israele attraverso il capo della Cia William Burns, gli Stati Uniti hanno chiesto ad Ankara di mediare per evitare un'escalation. Alla richiesta è seguita una telefonata tra il capo dell'intelligence turca con non meglio specificati rappresentanti di Hamas. Erdogan è atteso alla Casa Bianca il 9 maggio prossimo, dove incontrerà il presidente americano Joe Biden e farà valere ancora una volta la propria capacita' di muoversi su più tavoli. Il conflitto tra Israele e Hamas ha fra l'altro anche contribuito a riavvicinare Turchia e Iran. La Casa Bianca punta sull'influenza che Erdogan ha su Hamas e Teheran, ma anche sulla necessità del leader turco di tentare qualsiasi strada per evitare al proprio Paese conseguenze di un allargamento del conflitto a tutta la regione.