AGI - Gli Stati Uniti hanno dichiarato che imporranno nuove sanzioni al programma missilistico e dei droni dell'Iran dopo l'attacco del fine settimana a Israele e si aspettano che alleati e partner seguano misure parallele. "Queste nuove sanzioni e altre misure continueranno a esercitare una pressione costante per contenere e degradare la capacita' e l'efficacia militare dell'Iran e affrontare l'intera gamma dei suoi comportamenti problematici", ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan.
Le misure, ha spiegato Sullivan in una dichiarazione, riguarderanno in particolare il programma missilistico e di droni, le entità che sostengono le Guardie Rivoluzionarie e il ministero della Difesa iraniano. "Prevediamo che i nostri alleati e partner seguiranno presto le proprie sanzioni", ha spiegato "che continueranno a essere un costante tambureggiare di pressione per contenere e degradare la capacita' e l'efficacia militare dell'Iran".
Gli scenari all'orizzonte
Israele risponderà all'Iran e l'attacco potrebbe essere "imminente". Dopo l'attacco di droni e missili lanciati da Teheran sul territorio dello Stato ebraico sabato notte, la comunità internazionale si chiede quale sarà la risposta del governo di Benyamin Netanyahu all'offensiva di Teheran. Analisti e osservatori sono divisi, ma gli Stati Uniti ritengono che la risposta di Israele sarà probabilmente limitata e potrebbe concentrarsi su obiettivi chiave al di fuori dell'Iran, nel tentativo di evitare una escalation più ampia, hanno riferito martedì i media statunitensi citando funzionari Usa. Invece di colpire direttamente l'Iran, il che secondo gli alleati di Israele corre il rischio di far entrare la regione in una spirale di guerra totale, fonti americane hanno detto alla NBC che Israele potrebbe colpire i 'proxies' dell'Iran, come le sue milizie in Siria o Hezbollah in Libano.
La possibile risposta israeliana all'attacco iraniano sarà dunque di portata limitata e molto probabilmente comporterà attacchi contro le forze militari iraniane e gli agenti sostenuti dall'Iran fuori dal territorio iraniano, secondo quanto trapela. Teheran ha fatto sapere comunque che anche un attacco ai suoi interessi al di fuori dell'Iran potrebbe innescare un'escalation. Secondo la stampa di Washington, i funzionari israeliani hanno informato gli Usa sulle possibili opzioni di risposta senza fornire nessun dettaglio, ma le opzioni potrebbero essere cambiate dopo l'attacco del fine settimana. Inoltre, non è chiaro quando avverrà una risposta israeliana, ma che potrebbe avvenire in qualsiasi momento.
Secondo l'emittente israeliana Channel 12 il gabinetto di guerra israeliano ha deciso di rispondere "chiaramente e con forza" contro l'Iran per lanciare il messaggio che Israele "non permetterà che un attacco di tale portata passi senza una reazione". La stessa emittente tuttavia ha aggiunto che Israele non vuole che la sua risposta scateni una guerra regionale e che Tel Aviv Israele intende coordinare la sua azione con gli Stati Uniti. A rivolgersi alla comunità internazionale è stato anche il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, che ha invitato i suoi omologhi di trentadue paesi, tra cui l'Italia, ad adottare nuove sanzioni contro l'Iran. "Questa mattina ho inviato lettere a 32 paesi e ho parlato con decine di ministri degli Esteri e rappresentanti dei governi di tutto il mondo chiedendo che vengano imposte sanzioni al progetto missilistico iraniano e che il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica venga incluso nella lista delle organizzazioni terroristiche".
Una risposta indiretta a Katz è arrivata dal capo della diplomazia europea, Josep Borrell, secondo cui per classificare le Guardie Rivoluzionarie nella lista delle organizzazioni terroristiche, "è necessario che un'autorità giudiziaria di uno Stato membro ritenga che questa organizzazione abbia commesso un atto terroristico. Per ora non è così", ha detto Borrell a Le Monde. Anche il presidente Usa, Joe Biden, e altri leader hanno chiesto moderazione a Israele. I timori sono concentrati su un possibile attacco dell'aviazione israeliana sui siti nucleari iraniani. L'Aiea, l'organismo di vigilanza delle Nazioni Unite per l'energia atomica, ha espresso la sua "preoccupazione" per la possibilità di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani. Il capo dell'Aiea, Raphael Grossi, ha reso noto che la repubblica islamica ha chiuso i suoi impianti nucleari domenica scorsa, per "ragioni di sicurezza", ma quanto alla possibilità di un attacco israeliano agli impianti nucleari iraniani, Grossi ha detto che "siamo sempre preoccupati per questa possibilità", le parti devono adottare "estrema moderazione".
Nelle ultime ore le autorità iraniane hanno alzato i toni riguardo alla possibile ritorsione israeliana. "I sionisti devono sapere che questa volta non avranno 12 giorni e che la risposta che riceveranno non sarà calcolabile in ore o giorni, sarà data in pochi secondi", ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani in un'intervista alla televisione di Stato. Da parte sua, il portavoce della Commissione per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, Abolfazl Amouei, ha dichiarato che l'attacco di sabato non ha "utilizzato una potenza significativa" e ha avvertito che l'Iran è pronto "a utilizzare un'arma non utilizzate fino ad ora".