AGI - L'attacco con cui l'Iran ha risposto al bombardamento israeliano della sua sede diplomatica a Damasco ha fra le sue conseguenze anche il rafforzamento del cosiddetto "asse della resistenza", ovvero l'alleanza fra milizie sciite della regione mediorientale guidate da Teheran che fin dal 7 ottobre si sono unite alla guerra di Hamas contro Israele. L'operazione condotta la notte scorsa, secondo diversi analisti politici, è stata simbolica ma può avere l'effetto di un "ritorno di immagine" che nel prossimo periodo può allargare il potere dell'asse.
Secondo recenti analisi dell'Ispi, "dal punto di vista geopolitico, l'Iran può contare su una costellazione di alleati e proxy armati i cui obiettivi non si sono finora disgiunti da quelli di Teheran".
In Medio Oriente, la rete dei gruppi armati sostenuti dall'Iran è oggi più estesa e diversificata rispetto agli anni 2000 - si legge nel dossier.
La serie di fattori che ha portato a questo risultato include la più ampia estensione geografica della sfera di influenza iraniana (Libano, Siria, Iraq, Yemen), il fatto che l'assistenza alla sicurezza all'estero sia diventata una parte inestricabile della politica estera e di difesa dell'Iran insieme alla sua dottrina militare, le implicazioni delle rivolte arabe del 2011, l'ascesa e la caduta dello "Stato Islamico" in Iraq e Siria, l'uccisione del Generale Qassem Soleimani in un attacco aereo americano nel 2020, e il secondo ritiro delle forze di combattimento statunitensi dall'Iraq nel 2021.
L'Iran è saldamente al centro della "costellazione armata" delle milizie. Tuttavia, Hezbollah in Libano, le Forze di mobilitazione popolare in Siria, le milizie irachene e gli Houthi dello Yemen stanno sempre più sviluppando legami diretti tra loro. Nella rete stanno emergendo modelli di dipendenza e assistenza militare, con Hezbollah che mostra una sorta di ruolo di mentore nei confronti degli altri gruppi, soprattutto per quanto riguarda l'addestramento militare.
Quanto alla cooperazione militare tra Iran e Russia con i gruppi armati sostenuti dall'Iran in Medio Oriente, sperimentata principalmente in Siria, è una scelta pragmatica e tattica che ha prodotto finora solo risultati limitati, ma il coordinamento rimane sporadico e privo di norme di interazione consolidate.