AGI - Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che convocherà domenica i leader del G7 per coordinare una "risposta diplomatica unita" allo "sfrontato" attacco dell'Iran a Israele. L'inquilino della Casa Bianca ha dichiarato che le forze americane hanno aiutato lo Stato ebraico ad abbattere "quasi tutti" i proiettili scagliati contro il suo territorio e ha assicurato che i militari americani non sono stati messi nel mirino. Secondo fonti dell'amministrazione Usa citate dalla Nbc, Biden teme che il primo ministro israeliano risponda troppo frettolosamente all'offensiva senza precedenti della Repubblica Islamica e nella telefonata delle scorse ore, aggiungono altri ben informati, avrebbe chiesto a Tel Aviv di non reagire.
"L'Iran - e i suoi delegati che operano dallo Yemen, dalla Siria e dall'Iraq - hanno lanciato un attacco aereo senza precedenti contro le strutture militari in Israele. Condanno questi attacchi nei termini più forti possibili", ha detto Biden. Il presidente degli Stati Uniti ha spiegato di aver ordinato agli aerei militari statunitensi e alle cacciatorpediniere di difesa missilistica balistica di dirigersi in Medio Oriente negli ultimi giorni, quando la probabile minaccia iraniana all'alleato regionale degli Stati Uniti è diventata chiara.
"Grazie a questi dispiegamenti e alla straordinaria abilita' dei nostri militari, abbiamo aiutato Israele ad abbattere quasi tutti i droni e i missili in arrivo", ha proseguito Biden, spiegando di aver parlato con Netanyahu per "riaffermare l'impegno ferreo dell'America" per la sicurezza di Israele. "Gli ho detto che Israele ha dimostrato una notevole capacità di difendersi e sconfiggere anche attacchi senza precedenti, inviando un chiaro messaggio ai suoi nemici: non possono minacciare efficacemente la sicurezza di Israele".
I dubbi di Washington
Biden, secondo la Nbc, si sarebbe detto preoccupato che Netanyahu stia cercando di trascinare gli Stati Uniti più profondamente in un conflitto più ampio. La Casa Bianca ritiene che gli israeliani non stiano cercando uno scontro diretto con l'Iran, alla luce delle risorse impiegate nella guerra a Gaza, ma non ne ha la certezza. Funzionari statunitensi hanno espresso in privato frustrazione per la decisione di Tel Aviv di colpire l'edificio consolare iraniano in Siria il 1 aprile, affermando che i leader israeliani non hanno riflettuto sui tempi e sulle implicazioni dell'attacco, comprese le possibili conseguenze sui negoziati per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas, spiega ancora la Nbc. "Non penso che avessero una strategia", ha detto un alto funzionario dell'amministrazione, "gli israeliani non sempre prendono le migliori decisioni strategiche".
Nei giorni precedenti la ritorsione dell'Iran contro Israele, l'intelligence statunitense aveva avvertito che i leader iraniani sentivano il bisogno di rispondere a un'operazione vista come un attacco sul proprio territorio per evitare problemi sul fronte interno. Il funzionario ha descritto l'approccio di Israele alle operazioni militari come "frenetico". Un funzionario della difesa ha fatto eco a questo sentimento, dicendo che gli israeliani hanno dimostrato di essere molto più bravi nelle operazioni che nella pianificazione. "Ci hanno preso alla sprovvista con la loro pianificazione davvero di breve termine negli ultimi mesi, quindi in questo senso l'attacco a Damasco non è cosi' sorprendente", ha concluso.