AGI - In Medio Oriente "purtroppo la situazione è molto tesa, i rischi di una escalation ci sono". A dirlo è il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un evento di FI a Milano. "Ieri ho parlato per un'ora con il ministro degli Esteri dell'Iran e ho invitato alla prudenza. Mi sono preoccupato di tutelare i militari italiani che sono al confine tra Libano e Israele e ho insistito sulla necessità di garantire il traffico mercantile attraverso Suez e il mar rosso. Mi è stato detto che gli Houthi non attaccheranno mercantili che non portano armi ad Israele".
"Invitiamo tutti alla prudenza, vogliamo una de-escalation e non un'escalation. Perché poi un attacco provoca una reazione e la reazione provoca la contro reazione. Il messaggio di pace, positivo, che dà l'Italia che è un Paese amico di Israele ma che vuole avere dialogo con tutti i Paesi di quell'area, è quello di essere tutti quanti sempre più prudenti quando si compiono azioni di tipo militare", ha concluso Tajani.
"Se abbiamo mandato le nostre navi a proteggere i mercantili" nel Mar Rosso, "lo abbiamo fatto non perché siamo guerrafondai, noi vogliamo la de-escalation, ma abbiamo il dovere di proteggere le nostre esportazioni. Se si blocca quel percorso rischiamo di mettere a repentaglio una parte importante di quello che esportiamo". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento agli "Stati generali dell'economia" organizzati da FI a Milano.