AGI - Il comitato investigativo russo ha stabilito che gli autori dell'attacco terroristico alla Crocus City Hall, che lo scorso 22 marzo è costato la vita ad almeno 143 persone, si stavano dirigendo a Kiev dopo l'attacco. Lo ha riferito alla TASS il servizio stampa del comitato investigativo russo. Tutte le loro azioni sono state supervisionate da un uomo tramite Telegram. "Secondo le istruzioni del coordinatore, i terroristi, dopo aver commesso il crimine, si sono diretti in macchina verso il confine russo-ucraino per poi attraversarlo e arrivare a Kiev per ricevere la ricompensa promessa", si legge nel messaggio. Gli imputati hanno affermato nella loro testimonianza iniziale che "le loro azioni, sia nella fase di preparazione sia dopo l'attacco armato alla Crocus City Hall, sono state coordinate da messaggi vocali tramite il messenger Telegram da un uomo che si è presentato loro sotto uno pseudonimo". In precedenza, il comitato investigativo della Federazione Russa aveva riferito che gli investigatori avevano ricevuto informazioni sulla fornitura ai terroristi di ingenti somme di denaro e criptovalute dall'Ucraina e che avevano utilizzato questi fondi per preparare l'attacco terroristico. Secondo il Dipartimento, i primi risultati delle indagini hanno pienamente confermato la natura pianificata delle azioni dei criminali, così come l'attenta preparazione e il sostegno finanziario da parte degli organizzatori del crimine.
Parlando dell'attentato il portavoce del partito Akp al potere in Turchia, Omer Celik, ha dichiarato che l'Isis non avrebbe potuto realizzarlo senza l'aiuto dei servizi segreti di un Paese terzo. "Questa non è un'operazione che l'Isis può fare da solo. Stiamo parlando di un teatro molto grande, cui non si accede senza che qualcuno ti abbia fatto vedere come. Basti pensare che queste persone si sono incontrate, sono diventate una cellula, hanno dovuto trovare dei soldi, ricevuto un addestramento e realizzato un attacco di queste proporzioni. Tutto questo non è possibile senza il sostegno dei servizi segreti di un qualche Stato", ha detto Celik.
Due dei quattro autori dell'attentato avevano trascorso un periodo in Turchia appena lo scorso febbraio, facendo tappa in alcuni dei quartieri di Istanbul che già in passato avevano costituito rifugio per terroristi dell'Isis. Le autorità turche hanno negato la possibilità che i due si siano radicalizzati in Turchia e ricostruito gli spostamenti dei due uomini, Murodali Rachabalizoda e Shamsidin Fariduni, entrambi di nazionalità tagika, volati a Istanbul per rinnovare il permesso di soggiorno in Russia. "Il passaggio in Turchia è servito per azzerare il numero di giorni che i cittadini tagiki hanno a disposizione per soggiornare in Russia, che normalmente sono 90. Non vi erano allerte sui nomi dei due che hanno così potuto volare tra Istanbul e Mosca", hanno reso noto da Ankara. Fariduni è giunto a Istanbul il 20 febbraio e ha soggiornato nel quartiere di Fatih, lo stesso scelto da Rachabalizoda per il suo soggiorno, iniziato il 5 gennaio. I due hanno scattato alcune foto anche presso la frequentatissima antica moschea che sovrasta l'intera area. Fatih è lo stesso quartiere da cui partì il commando di terroristi di Isis-K che nel 2016 attaccò l'aeroporto Ataturk di Istanbul, causando la morte di 45 persone. I due hanno fatto ritorno a Mosca il 2 marzo sullo stesso volo. "Riteniamo che i due terroristi si siano radicalizzati in Russia, alla luce del fatto che il periodo trascorso a Istanbul è stato troppo breve per permettere un processo di indottrinamento", fanno sapere da Ankara. Una minaccia, quella di Isis-K, che la Turchia non sottovaluta. Appena tre giorni fa il ministro degli Interni Ali Yerlikaya, ha reso noto l'arresto di 147 sospetti terroristi al termine di 30 operazioni svolte in tutto il Paese. L'attentato di Mosca, cosi' come quello che ha colpito Kerman in Iran e l'attacco alla chiesa cattolica di Istanbul a fine gennaio, sono stati rivendicati dall'Isis-K. Quest'ultima è una sigla che rimanda a Isis-Khorasan, una vasta regione che nella sua accezione storica più ampia ricomprende parte di Iran, Afghanistan, Pakistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan. La sezione Isis-K, che in quest'area anela alla creazione di un califfato, nasce nel 2014 dalle ceneri dell'Isis in Siria e raccoglie moltissimi jihadisti dei Paesi dell'Asia Centrale, ma anche fuoriusciti di Al Qaeda e reduci della guerra in Cecenia.
Proprio l'Isis-K aveva fatto parlare di sè per alcuni sanguinosi attentati costati la vita a decine di persone in Afghanistan tra il 2021 e il 2022, in seguito al ritorno al potere dei talebani nel Paese. Attentati kamikaze, tentati attacchi a sedi diplomatiche, rapimenti, bombe e conflitti a fuoco costituiscono la strategia con cui questi terroristi hanno dato filo da torcere ai talebani e si sono imposti come la più pericolosa e organizzata sezione dell'Isis ancora attiva. Lo stesso Isis-K aveva firmato l'ultimo attacco in Turchia, alla discoteca Reyna a Capodanno 2016, 39 le vittime, ma anche il già citato attentato all'aeroporto Ataturk di 6 mesi prima costato la vita a 45 persone (più i tre attentatori).