AGI - Il presidente russo Vladimir Putin rimarrà al Cremlino fino al 2030: comodamente rieletto in un voto di fatto senza rivali, ha ottenuto la sua più grande vittoria da quando è al potere, un mandato che gli consentirà di continuare la campagna militare in Ucraina, la brutale repressione del dissenso e il braccio di ferro con l'Occidente. Rivolto al Paese al termine della giornata, il capo del Cremlino ha ringraziato quanti lo hanno votato e hanno contribuito a creare le condizioni per il "consolidamento politico interno" e ha avvertito che non si lascerà "intimidire". Poi per la prima volta ha parlato della morte del suo principale oppositore, Alexei Navalny.
Ancora non ci sono i dati definitivi, ma lo 'zar' 71enne veleggia verso la rielezione con una percentuale record, quasi l'88% dei voti, dieci punti in più rispetto al 2018 (76,5), e un'affluenza alle urne di oltre il 70%. I risultati elettorali non sono stati influenzati nè dalla morte in carcere di Navalny, nè dagli appelli al 'voto di mezzogiorno' (l'invito alla protesta lanciato dalla vedova del dissidente, Yulia Navalnaya) nè dalle incursioni al confine ucraino degli ultimi giorni. Un risultato scontato ma che Putin ha voluto rimarcare nel suo discorso per la vittoria, un discorso centrato sulla guerra, al quartier generale della sua campagna elettorale vicino al Cremlino.
"Ora la Russia è più forte", ha detto ringraziando i soldati al fronte, promettendo che "tutti i piani saranno concretamente realizzati e gli obiettivi raggiunti, piani grandiosi che faremo di tutto per realizzare". Interrogato sulla possibilità di un conflitto diretto con la Nato, ha confermato che "tutto è possibile nel mondo moderno" ma sottolineato che sarebbe "un passo avanti verso una terza guerra mondiale su vasta scala".
"E non credo -ha aggiunto- che nessuno sia interessato a questo". Poi per la prima volta ha parlato della morte di Navalny, chiamandolo per nome: ha respinto le accuse di averlo ucciso e sostenuto che qualche giorno prima del decesso, nella sperduta prigione nell'Artico, aveva dato il 'via liberà allo scambio del dissidente con alcuni prigionieri russi in Occidente. "Che mi crediate o no, l'uomo che mi ha parlato non aveva finito la frase e io ho detto: sono d'accordo. Ma sfortunatamente è successo quel che è successo".
Putin ha spiegato che qualcuno che non appartiene all'amministrazione presidenziale - nei giorni scorsi gli alleati di Navalny avevano parlato dell'oligarca Roman Abramovich - aveva proposto di scambiare il dissidente con i russi imprigionati nei Paesi europei. "Ho accettato ma a una condizione: lo scambiamo, ma che non torni più. Che se ne rimanga lì. Ma questa è la vita". E poi, parlando del "signor Navalny", ha descritto la sua morte in una prigione nel Circolo Polare Artico come "un triste evento".
Dall'esilio o dal carcere, i leader dell'opposizione avevano esortato ad andare alle urne in massa a mezzogiorno in memoria di Navalny e a votare contro Putin. E centinaia di persone hanno seguito l'appello, in prima fila la vedova del dissidente che ha votato a Berlino scrivendo sulla scheda il nome del marito. Oggi Putin dovrebbe celebrare la sua vittoria, nel decimo anniversario dell'annessione della Crimea, con un concerto nella Piazza Rossa di Mosca.
Le reazioni internazionali
Borrell, elezioni basate sulla repressione
"Non sono state elezioni libere ed eque, senza osservatori dell'Ocse. È un ambiente politicamente molto ristretto. E questo è quello che diplomaticamente posso dire ma c'e' molto di piu': queste elezioni sono state basate su repressione e intimidazione. E sono state tenute nei territori ucraini occupati violando la sovranità ucraina". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri.
"L'Unione europea condanna fermamente lo svolgimento illegale delle cosiddette 'elezioni' nei territori dell'Ucraina temporaneamente occupati dalla Russia: Repubblica autonoma di Crimea e città di Sebastopoli, nonché in alcune parti di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e nelle regioni di Kherson" - ha aggiunto - Le cosiddette 'elezioni' in questi territori rappresentano l'ennesima violazione manifesta da parte della Russia del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite, e dell'indipendenza, sovranità e integrità territoriale dell'Ucraina
Ong Golos, campagna incostituzionale
La Ong Golos, che da 20 anni monitora le elezioni in Russia e bollata in patria come "agente straniero", ha denunciato che "mai prima d'ora si è vista una campagna per le presidenziali cosi' lontana dagli standard costituzionali".
"La campagna si è svolta in una situazione in cui gli articoli fondamentali della Costituzione russa, che garantiscono i diritti e le libertà politiche, sostanzialmente non erano in vigore e la Costituzione stessa è stata emendata per aggirare il vincolo dei due mandati del presidente", si legge nella nota della Ong.
"Le elezioni si sono svolte in condizioni in cui l'apparato statale, obbligato a essere politicamente neutrale e ad agire nell'interesse della società, è stato effettivamente coinvolto nella propaganda, nella coercizione e nel controllo sugli elettori", denuncia Golos. "Nel paese è effettivamente nata la censura militare, che è stata attuata attraverso la paura e la forza", prosegue la Ong, "la politica non è più oggetto di discussione, nemmeno in cucina, anche con i vicini e i propri cari".
"L'apoteosi", sottolinea la Ong di osservatori, "è stata l'ultimo giorno delle votazioni, quando in alcune regioni i rappresentanti delle forze dell'ordine hanno controllato l'espressione della volontà degli elettori, punendoli per scritte 'sbagliate' sulla scheda elettorale o per l'orario 'errato' di arrivo al seggio elettorale per votare e ha persino chiesto di rivelare il segreto della preferenza. Niente di simile è mai accaduto su tale scala nelle elezioni in Russia", conclude la Ong.
"Se la Costituzione russa afferma che la sovranità, di cui amano tanto parlare, appartiene al popolo, fonte del potere, allora in realtà, durante la campagna elettorale e la fase preparatoria, gli organizzatori delle elezioni hanno fatto tutto il possibile affinchè la distanza tra il popolo e la sua capacità di esercitare questo potere divenne insormontabile".
Xi, rielezione riflette sostegno popolo russo
Nel suo messaggio di congratulazioni a Vladimir Putin per la rielezione al Cremlino, il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato che il risultato "riflette pienamente il sostegno del popolo russo" al suo leader. Lo riporta Ria Novosti citando la tv cinese Cctv.
L'Iran si congratula con Putin
Anche il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, si è congratulato con Vladimir Putin per la sua vittoria nelle elezioni concluse ieri in Russia. Lo ha annunciato l'ambasciata iraniana a Mosca, come riporta l'agenzia russa Ria Novosti.