AGI - Mucaad Ibrahim aveva appena tre anni. Occhi vivissimi e fitti capelli neri. Quel maledetto 15 marzo 2019 Brenton Harrison Tarrant supera la soglia dell'infamia e lo uccide con un colpo alla testa. Il giorno del funerale di Kamal Darwish, un'altra delle vittime della moschea di Christchurch, una signora comincia a sentirsi poco bene. Il giorno dopo muore. Era la madre di Kamal. Il suo cuore non ha retto all'immenso dolore. Naeem Rashid, di origine pakistana, ha la forza d'animo di lanciarsi contro Tarrant per strappargli l'arma. La sua azione consente la fuga di molti fedeli. Con lui viene ucciso nella moschea il figlio Talha, ventunenne. La moglie afferma che Naeem è morto da valoroso, perché il coraggio apparteneva al suo modo di vivere. La premier neozelandese, Jacinda Ardern, dichiarerà in Parlamento: "È morto cercando di salvare coloro che stavano pregando al suo fianco". Tariq Rashid Omar era un geologo e un calciatore ventiquattrenne. Fisico atletico, barba e capelli lunghi, era adorato dalla sua famiglia. La sua squadra lo onora ogni anno con una Memorial Cup. Sono cinque dei 51 islamici inermi, trucidati con armi da fuoco dal suprematista Brenton Harrison Tarrant cinque anni fa, in due diverse moschee di Christchurch. I fedeli sono riuniti per la preghiera del venerdì. I corpi vengono più volte martoriati dalle pallottole, il tutto trasmesso in diretta web. L'obiettivo del carnefice australiano è fermare 'The Great Replacement' ('La Grande Sostituzione'). Per Tarrant c'è un piano per il genocidio dei bianchi tramite l'invasione degli immigrati. Nel suo manifesto si definisce un "fascista" e afferma di avere preso ispirazione da Breivik (lo stragista di Utoya) e da Luca Traini (il candidato leghista che sparò a Macerata).
Tarrant scrive: "Dobbiamo dimostrare agli invasori che le nostre terre non saranno mai le loro. Dobbiamo vendicare le migliaia di europei che hanno perso la vita in attacchi terroristici in Europa". Per lo stragista "i tassi di natalità dei bianchi occidentali devono aumentare. Grazie all'invasione di massa e agli alti tassi di fertilità degli immigrati, stiamo assistendo a una invasione mai vista prima nella storia. Milioni di persone attraversano i confini in maniera legale. Questo perché gli Stati e le corporation vogliono sostituire i Bianchi che non si riproducono, creando cosi' lavoratori a basso costo, nuovi consumatori e contribuenti. Dobbiamo affrontare sia gli invasori che sono già nelle nostre terre sia gli invasori che tentano di entrare. È una questione di sopravvivenza della nostra gente. Ogni invasore che uccidi, di ogni età, è un nemico in meno che i tuoi figli dovranno affrontare". Tarrant non è un 'lupo solitario' isolato. Viaggiò molto, anche in Russia, Cina, Nordcorea e nei Balcani. Ebbe, tra gli altri, una corrispondenza via mail con Martin Sellner e fece una donazione agli Identitari austriaci. Lo stesso Sellner che il 25 novembre 2023 sul lago Lehnitz a Potsdam ripropone l'idea della deportazione (da lui chiamata "remigrazione") di alcuni milioni di migranti dalla Germania: i richiedenti asilo, gli stranieri con un permesso di soggiorno e i 'non assimilati'. All'incontro parteciparono, tra gli altri, membri del partito populista di destra tedesco AfD e del tradizionale partito di centrodestra Unione Cristiano-Democratica (CDU).
Christchurch mosque gunman Brenton Tarrant has arrived in court in New Zealand.
— Sky News (@SkyNews) August 24, 2020
He pleaded guilty in March to 51 counts of murder, 40 counts of attempted murder and one count of terrorism.
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Dal carcere neozelandese di Paremoremo Tarrant scrive a un suo amico russo nell'estate 2019. Si parla di "un grande conflitto" in arrivo e gli lancia un monito sibillino: "Non dimenticare il tuo dovere verso il tuo popolo". Tre anni più tardi comincerà l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La Reale Commissione d'inchiesta neozelandese sui fatti di Christchurch, presieduta dal giudice della Corte suprema Sir William Young, è la prima istituzione occidentale a scrivere nero su bianco nel 2020 una verità inconfutabile: dopo l'11 settembre 2001 "c'è stata una concentrazione inappropriata di risorse sulla minaccia del terrorismo estremista islamista. Ma gli eventi globali, a partire dall'attacco di Oslo e Utoya del 2011, hanno dimostrato che l'estremismo di destra è un fenomeno noto con un notevole potenziale di letalità". La Reale Commissione sottolinea, ad esempio, che negli Usa, tra il 12 settembre 2001 e il 31 dicembre 2016, "ci sono stati più episodi di estrema destra che non di terrorismo islamista, anche riguardo alle vittime". Ciò nonostante "l'estremismo di destra non è stato visto (e in alcuni Paesi non è ancora visto) come una minaccia alla sicurezza nazionale e internazionale come l'estremismo islamista. In particolare questo è dovuto al fatto che le persone che manifestano l'estremismo di destra spesso non sono etnicamente, socialmente o culturalmente distinte dalla maggioranza della popolazione". In sostanza la Reale Commissione scrive che il terrorismo di destra è stato sottovalutato dalla politica e dall'intelligence, perché gli esecutori sono tra noi, non sono diversi dalla maggioranza di noi, hanno la pelle bianca e non sono migranti. C'è anche un fattore mediatico che giustifica questo doppiopesismo tra terrorismo di matrice islamista e terrorismo suprematista e xenofobo.
Un report dell'Onu del 2017 sottolinea: "Uno studio recente ha esaminato la copertura mediatica nazionale degli attacchi terroristici avvenuti in un Paese nordamericano nel periodo 2011-2015. Lo studio ha rilevato che gli attacchi di autori musulmani, in particolare musulmani nati all'estero, hanno ricevuto una copertura 4,5 volte maggiore rispetto ad altri attacchi. Solo una piccola parte degli attacchi è stata perpetrata da musulmani (12,4%) o musulmani nati all'estero (5%). Questi attacchi hanno ricevuto rispettivamente il 44% e il 32% della copertura delle notizie. La ricerca ha anche scoperto che un attacco ha maggiori probabilità di essere considerato un atto di terrorismo se eseguito da un musulmano. Al contrario, le minacce poste dalla violenza di destra sono spesso sottovalutate e non considerate terrorismo". Jorgen Watne Frydnes, il direttore generale dell'isola di Utoya dove nel 2011 il suprematista e xenofobo Breivik massacro' 69 adolescenti per le loro idee socialiste e multiculturaliste, commenta: "È sbagliato chiamare 'lupi solitari' fenomeni che si ripetono in tutto il mondo dagli Usa all'Europa, dalla Norvegia alla Nuova Zelanda. Bisogna studiare questa rete di estrema destra. Internet e' un luogo dove questa comunità si parla e dove purtroppo accelera verso la violenza. Su questo non dobbiamo solo discutere, ma fare qualcosa".