AGI - I leader di Francia, Germania e Polonia vogliono mostrare al mondo di avere una visione comune e la determinazione di impedire alla Russia di vincere la guerra in Ucraina, mostrando di avere superato le divergenze e le tensioni delle ultime settimane sul modo di sostenere Kiev, liquidandole come "voci malevole". "Siamo uniti e determinati e faremo tutto quello che serve, per tutto il tempo necessario, perché la Russia non possa vincere questa guerra", ha detto a Berlino, al termine della riunione del "triangolo di Weimar", il presidente francese Emmanuel Macron. Ma, ha assicurato, "senza prendere l'iniziativa di una escalation".
In occasione della conferenza dello scorso 26 febbraio a Parigi, era stato stabilito di mettere a disposizione fondi non solo per la produzione ma anche per l'acquisto di munizioni in Paesi terzi che dispongono di "stock", nel caso ci siano urgenze e manchino quelle di produzione propria, di mettere al sicuro le frontiere, di rafforzare il sostegno alla Moldavia e di creare una nuova coalizione per gli attacchi a lunga gittata: tutte misure fatte proprie dai tre di Weimar.
Il padrone di casa Olaf Scholz aveva voluto l'incontro ritenendo il formato a tre quello più adatto ad affrontare una situazione in Ucraina particolarmente grave a causa soprattutto della penuria di munizioni per la difesa dall'aggressione russa. È stato lui ad annunciare "una nuova coalizione di capacità per l'artiglieria a lunga gittata". L'Europa, che quest'anno è impegnata in problematiche elezioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, è in prima linea anche a causa del blocco, da parte dei repubblicani al Congresso Usa, del pacchetto di aiuti militari americani da 60 miliardi di dollari.
"Oggi più che mai la nostra unità fa la nostra forza e soprattutto i nostri tre Stati hanno una responsabilità particolare" Olaf Scholz
Ma nei giorni scorsi fra Parigi e Berlino c'erano state incomprensioni dovute alle dichiarazioni di Macron, che non esclude l'invio di truppe in Ucraina, mentre Scholz ha insistito nel non volere fornire a Kiev i missili Taurus rivendicando che la Germania è il Paese che contribuisce con maggiore impegno alle spese militari di Kiev. La mediazione di Tusk ha probabilmente contribuito ad attenuare le tensioni fra i due leader: l'ex presidente del Consiglio europeo, recente premier a Varsavia, ha definito i disaccordi "voci malevole".
"È chiaro che Germania, Francia e Polonia sostengono l'Ucraina, ma e' altrettanto chiaro che non sono in guerra con la Russia", ha aggiunto ancora Olaf Scholz, al termine dell'incontro a Berlino. "Il nostro obiettivo comune è e rimane quello di garantire che l'Ucraina possa difendersi efficacemente dall'invasione della Russia", ha aggiunto. "Il nostro sostegno non diminuirà".