AGI - È morto all'età di 78 anni Paul Alexander, l'uomo che ha vissuto con un polmone di ferro per 70 anni, paralizzato a seguito di una poliomielite contratta da bambino. Lo ha annunciato il team di GoFundMe che gestiva una raccolta fondi per la sua assistenza sanitaria, confermando che l'uomo originario di Dallas, in Texas, è deceduto lunedì, ma senza fornire ulteriori dettagli. Una storia davvero miracolosa quella di Paul Alexander, che è riuscito a vivere così a lungo e a ottenere successi importanti nonostante le sue pessime condizioni di salute. Nel 1952, all'età di sei anni, la poliomielite lo lasciò paralizzato dal collo in giù e incapace di respirare, costringendolo a fare affidamento a un ventilatore polmonare per più di sette decenni, anche quando le nuove tecnologie sono diventate disponibili. Ora viene ricordato per il suo atteggiamento positivo e il suo sorriso emblematico che fanno di lui una fonte di ispirazione globale, anche sui social.
"Paul è stato un modello incredibile che continuera' a essere ricordato. Sono cosi' grato a tutti coloro che hanno donato alla raccolta fondi di mio fratello. Gli ha permesso di vivere i suoi ultimi anni senza stress. Pagherà anche il suo funerale in questo momento difficile" (Philip Alexander)
Nonostante i suoi limiti fisici Paul ha studiato in un college, è diventato avvocato, ha pubblicato libri, ha dipinto ed è stato un viaggiatore curioso e appassionato. Non solo, è stato un uomo da primato, merito della sua determinazione che gli ha permesso di raggiungere una serie di risultati notevoli. A 21 anni divenne la prima persona a diplomarsi in una scuola superiore di Dallas senza mai frequentare le lezioni di persona. Fu poi accettato alla Southern Methodist University di Dallas, entrò alla facoltà di giurisprudenza presso l'Università del Texas, ad Austin. Ha perseguito il suo sogno di diventare avvocato e ha rappresentato i suoi clienti in tribunale, sempre vestito elegante in una sedia a rotelle modificata che teneva in posizione verticale il suo corpo paralizzato. Ha anche organizzato un sit-in per i diritti dei disabili e pubblicato un libro di memorie, intitolato "Three Minutes for a Dog: My Life in an Iron Lung". Ci sono voluti cinque anni per completare la sua autobiografia di 155 pagine, scritta con una penna attaccata a un bastoncino che teneva in bocca.
‘Polio Paul’ Alexander, who spent 72 years inside iron lung, dead at 78 https://t.co/ADbmdfRQcq pic.twitter.com/Yf3jTSDrdE
— New York Post (@nypost) March 13, 2024
Per quanto riguarda la sua vita sentimentale, all'università si innamorò di una certa Claire, ma il rapporto venne ostacolato dalla madre della ragazza. Più tardi è riuscito a costruire un rapporto stretto con Kathy Gaines - cieca a causa del diabete di tipo 1 - che divenne la sua badante, o "braccia e gambe", secondo le sue parole. L'uomo è poi sopravvissuto al suo polmone d'acciaio originale, che ha iniziato a perdere aria nel 2015, ma è stato riparato da un meccanico Brady Richards, su richiesta di un video postato su YouTube in cui Paul chiedeva aiuto. Nonostante la disponibilità di ventilatori più moderni, Paul ha deciso di continuare a utilizzare la macchina del polmone d'acciaio perché ci era abituato, ma non ha mai lasciato che il dispositivo ostacolasse la sua vita piena di interessi e stimoli. Così è stato sdraiato all'interno del ventilatore, una grande scatola di metallo giallo, con un dispositivo fissato saldamente attorno al collo.
La strumentazione funziona creando un vuoto per attirare meccanicamente ossigeno nei polmoni per i pazienti il cui sistema nervoso centrale e la cui funzione respiratoria sono stati colpiti dalla poliomielite. Mentre era in ospedale, i medici hanno cercato di far respirare Paul da solo, spegnendo la macchina e costringendolo a uscire, ma non ci è voluto molto perché diventasse blu e svenisse. La poliomielite è una malattia virale infettiva che colpisce la funzione respiratoria del sistema nervoso centrale e può causare debolezza muscolare e paralisi. Si diffonde da persona a persona attraverso l'ingestione di materiale fecale di una persona infetta o, meno comunemente, attraverso la tosse e gli starnuti. È stata in gran parte debellata in tutto il mondo dopo l'uso diffuso del vaccino entrato in uso negli anni '50. La malattia rimane endemica oggi solo in due paesi - Pakistan e Afghanistan - dopo la sua recente eradicazione in India.