AGI - Il premier ungherese Viktor Orban punta le sue carte su Donald Trump in vista delle presidenziali americane di novembre. Il leader sovranista, e in buoni rapporti con il presidente russo Vladimir Putin, è sbarcato ufficialmente negli Stati Uniti non invitato dalla Casa Bianca, ma per andare a fare visita al tycoon e parlare ai conservatori. L'iniziativa insolita per il leader di un Paese membro della Nato non è sfuggita all'attenzione di Washington.
Orban non incontrerà nessuno dell'amministrazione Biden, mentre oggi parlerà a un thinktank conservatore, la Heritage Foundation, prima di vedere, domani, Trump in Florida. La visita arriva in un momento in cui le relazioni tra Ungheria e Stati Uniti sono al punto più basso dai tempi della Guerra fredda. Orban, secondo Washington, potrebbe essere in missione per diffondere messaggi a favore del Cremlino e contro l'Ucraina, alla quale ha rifiutato l'invio di armi per la difesa nel conflitto con la Russia.
"L'ordine liberale internazionale - ha commentato Peter Buda, ex rappresentante del contro-spionaggio ungherese - è sotto un grave attacco. Orban sta giocando d'azzardo con la politica estera, punta tutto sul collasso di quest'ordine e scommette".
"Non ci si sbaglia - ha aggiunto - nel ritenere che Orban stia facendo opera di lobby a favore della Russia".
Il premier ungherese non ha nascosto la speranza che sia a Bruxelles sia a Washington possa esserci un cambio di governo. L'entourage di Orban ha respinto le accuse. "Mentre l'attuale amministrazione liberale - ha dichiarato al Guardian il direttore politico Balazs Orban - non sta cercando di rafforzare i legami con l'Ungheria, c'è un innegabile interesse crescente nell'Ungheria da parte dei conservatori americani".
"Il primo ministro Orban - ha aggiunto - è in visita negli Stati Uniti per rafforzare queste relazioni. Non è un fatto inusuale. I leader viaggiano di frequente per varie ragioni e avviano incontri con le controparti che si allineano con le loro priorità strategiche e interessi nazionali".
Il governo ungherese, che mantiene stretti rapporti con Mosca e Pechino, ha ancora nel suo organico funzionari che facevano parte dell'intelligence durante il periodo comunista. Lo scomparso John McCain, ex candidato repubblicano alle presidenziali, aveva definito nel 2014 Orban un "dittatore neofascista".