GI - Nuova bufera sul premier israeliano Benjamin Netanyahu: a quasi tre anni dalla tragedia avvenuta sul Monte Meron, è arrivato il risultato della commissione d'inchiesta che è una batosta per il capo di governo: secondo la commissione, proprio su Netanyahu ricade "la responsabilità personale" per la ressa in cui morirono 45 persone, tra le quali 16 bambini e ragazzi. Tuttavia, nel rapporto non è stata data alcuna indicazione su eventuali sanzioni contro il leader israeliano.
Tra i responsabili, sono segnalati anche l'allora ministro della Pubblica Sicurezza Amir Ohana, il capo della polizia Kobi Shabtai e il ministro dei Servizi Religiosi Yaakov Avitan. Per Ohana e Avitan la commissione ha raccomandato che non vengano nuovamente nominati mentre Shabtai dovrebbe essere rimosso, ma alla fine della guerra.
Una strage che poteva essere evitata
Il 30 aprile 2021, decine di migliaia di ebrei ultraortodossi si riunirono sul Monte Meron, vicino al confine tra Israele e il Libano, in occasione del pellegrinaggio annuale sulla tomba del famoso rabbino Shimon Bar Yochai. La ressa che ne seguì fu una strage; e dall'inchiesta è emerso che dal 2008 l'ufficio del premier era stato informato più volte dei potenziali pericoli causati dall'elevato affollamento attorno alla tomba.
"Ci sono basi ragionevoli per concludere che Netanyahu sapesse che il sito della tomba di Rashbi era stato manutenuto in modo inappropriato per anni e che poteva costituire un pericolo per le masse che visitavano il sito, specialmente a Lag B'omer", si legge nel rapporto della commissione. "Anche se, in nome della prudenza, presumiamo che Netanyahu non avesse una conoscenza concreta della questione, visto quello che è successo avrebbe dovuto saperlo", continua il documento, sottolineando che "Netanyahu non ha agito come ci si aspetta da un primo ministro per correggere questo stato di cose".
L'opposizione chiede le dimissioni
Immediata la reazione del leader dell'opposizione Yair Lapid che ha esortato Netanyahu a dimettersi: "Non è qualificato. Doveva dimettersi il giorno dopo il disastro. Questo è ciò che farebbe qualsiasi altro capo di Stato. Ora arriva questo rapporto e dice tutto. In segno di rispetto per le vittime del Monte Meron, per evitare il suo prossimo disastro, dovrebbe andare a casa". Sulla stessa linea la leader dei laburisti, Merav Michaeli, che ha presentato alla Knesset una mozione di sfiducia, sostenendo che "questo è un governo pericoloso per lo Stato di Israele, che non sa assumersi la responsabilità né per il disastro del Monte Meron né per quello del 7 ottobre".
Un attacco al quale il Likud ha risposto, accusando Lapid di usare il disastro come "arma politica" contro Netanyahu. "Un "tentativo cinico e deliberato che non avrà successo", ha tuonato il partito del premier.