AGI - Un team di scienziati è riuscito a svelare i segreti di una gigantesca duna stellare marocchina in movimento, nota come Lala Lallia, che sorge nella remota regione dell'Erg Chebbi. Una scoperta che fornisce indizi per conoscere meglio queste strutture impressionanti e misteriose che emergono dai deserti della Terra e si trovano anche su Marte e sulla più grande luna di Saturno, Titano. La ricerca pubblicata sulla rivista Scientific Reports rivela che la base stessa della duna aveva 13 mila anni, mentre a sorpresa la parte superiore della struttura si sarebbe formata solo negli ultimi mille anni circa. A studiare la duna, alta 100 metri e larga 700, nel mare di sabbia dell'Erg Chebbi, nel sud-est del Marocco, è stato un team di esperti costituito da accademici di diverse università, tra cui Aberystwyth in Galles e quella di Londra.
Sull'evoluzione della sua formazione e il suo movimento, hanno riscontrato che la sua base si è sviluppata fino a circa 9 mila anni fa, mentre le tracce di vecchie radici di piante hanno suggerito che il clima fosse un po' più umido rispetto a quello di oggi. La vegetazione ha sicuramente contribuito alla stabilizzazione della base, ma poi un nuovo cambiamento climatico ha portato alla successiva trasformazione della duna stellare. Secondo il professor Geoff Duller, del dipartimento di geografia e scienze della terra di Aberystwyth, la duna si è formata perché il vento soffia in due direzioni opposte - da sud-ovest e da nord-est - portando alla formazione di sabbia. Un terzo vento costante che soffia da est la sta spostando lentamente verso ovest, ad una velocità di circa 50 centimetri all'anno. Il fatto che la duna si sposti va tenuto in considerazione nella progettazione e la costruzione di strade, condutture o qualsiasi tipo di infrastruttura.
Le tecniche di datazione con luminescenza sviluppate ad Aberystwyth sono state utilizzate per scoprire l'ultima volta che i minerali nella sabbia sono stati esposti alla luce solare per determinarne l'eta'. "Non stiamo guardando quando si è formata la sabbia - milioni di anni fa - ma quando è stata depositata. I grani di quarzo hanno la proprietà di una mini batteria ricaricabile", ha sottolineato Duller. Un'operazione particolarmente complessa da realizzare in quanto i granelli di sabbia devono essere raccolti senza esporli alla luce, mentre nel laboratorio l'analisi deve essere svolta nelle stesse condizioni di una camera oscura fotografica.
"Può immagazzinare l'energia che ottiene dalla radioattività naturale. Quando lo riportiamo in laboratorio, possiamo fargli rilasciare quell'energia. Esce sotto forma di luce. Possiamo misurarlo e la luminosità ci dice l'ultima volta che il granello di sabbia ha visto la luce del giorno", ha ancora spiegato il docente universitario al Guardian. La stessa tecnica di luminescenza è stata utilizzata, ad esempio, per datare i resti di quella che si ritiene sia la più antica struttura in legno conosciuta al mondo, ovvero una disposizione di tronchi sulla riva di un fiume al confine tra Zambia e Tanzania, che precede l'ascesa degli esseri umani moderni.