AGI - Joe Biden non vola nei sondaggi che quotidianamente vengono presentati in America, tranne in uno: quello realizzato dall’università di Houston, Texas, che ha raccolto il giudizio degli studiosi di storia americana, sia Repubblicani sia Democratici e indipendenti, oppure che si definiscono conservatori, liberali o moderati. In questo rilevamento, chiamato “Presidential Greatness Projetc Expert Survey”, traducibile come sondaggio degli esperti sulla grandezza dei presidenti, Biden è risultato il 14° miglior presidente della storia, meglio di Ronald Reagan e di George W. H. Bush. Donald Trump si è piazzato all’ultimo posto, come il peggiore presidente in più di duecento.
Il giudizio degli esperti è una somma di risultati ottenuti e punti a sfavore dei mandati alla Casa Bianca. A Biden viene riconosciuto il merito di aver avviato un vasto piano infrastrutturale, aver guidato la coalizione internazionale contro la Russia e messo fine all’emergenza pandemica del Covid. Ma a fargli guadagnare punti è stato soprattutto, dicono molti storici, aver fatto andare via dalla Casa Bianca proprio Trump. “Riuscendoci - hanno scritto nel documento i professori Justin Vaughn e Brandon Rottinghaus, che hanno condotto il sondaggio - ha riportato alla presidenza uno stile più conforme alla tradizione”. Il migliore in assoluto è risultato Abraham Lincoln, presidente dal 1861 al 1865, colui che guidò l’UNnone alla vittoria nella Guerra di secessione americana, poi ucciso in un attentato.
Nelle posizioni seguenti figurano al secondo posto Franklin Delano Roosevelt, l’unico nella storia a essere eletto per quattro volte, 1932-36-40-44, George Washington, Teddy Roosevelt, Thomas Jefferson e Harry Truman. Barack Obama si è piazzato al settimo posto, appena prima di Dwight Eisenhower. Il sondaggio è il terzo di questo genere, dopo quelli pubblicati nel 2015 e nel 2018. Roosevelt ha guadagnato una posizione, passando dal terzo al secondo posto, mentre Dwight Eisenhower è sceso dalla sesta all’ottava posizione. Trump è rimasto all’ultimo posto, bocciato per aver “condotto il Paese sull’orlo di una guerra civile”. Prima di lui, in fondo alla classifica, James Buchanan, l’unico presidente rimasto scapolo, ma nella ricerca non contava, e che ha pagato nel sondaggio tra gli storici la sua incertezza nell’affrontare lo schiavismo durante il suo mandato tra il 1829 e il 1831.
Poi Andrew Johnson, il vice che prese il posto di Lincoln, dopo il suo assassinio, e considerato tra i peggiori per non aver sostenuto i diritti federali degli ex schiavi, Franklin Pierce, William Henry Harrison e Warren Harding, il cui mandato, tra il 1921 e il 1923, fu segnato da raccomandazioni e dalla sistemazione di amici e donatori nei posti chiave dell’amministrazione.