AGI - L'uomo considerato il più implacabile cecchino della storia dei Marine americani è morto in Oregon. Aveva 75 anni. Charles 'Chuck' Mawhinney è rimasto a lungo un personaggio misterioso, di cui nessuno sapeva niente, ma di cui tutti citavano le gesta. In Vietnam, tra il 1968 e il '69, avrebbe ucciso 103 persone, ma a lui vengono attribuite la morte di altre 216 persone, in gran parte colpite in zone di guerra con proiettili sparati fino anche a quasi un chilometro di distanza, quando la media degli altri cecchini era tra i 300 e i 700 metri. Nato a Lakeview, Oregon, Mawhinney comincio' nel 1967 quella che i media americani definiscono una "leggendaria carriera".
Dopo essersi diplomato al liceo, si era arruolato nei Marine per andare a combattere in Vietnam. Dopo poco era stato inviato al campo di addestramento di Pendleton dove si preparavano i cecchini da mandare in guerra. Mawhinney venne inviato nel sud del Vietnam per un periodo di sedici mesi. Quel periodo gli era servito per mettersi in evidenza come cecchino infallibile, capace di colpire un obiettivo a una distanza di un terzo maggiore rispetto a tutti i suoi compagni. Mawhinney aveva ricevuto una serie di onorificenze, dalla stella di bronzo al valore, alla media della Marina Usa, a due Purple Hearts, il 'cuore viola', la più vecchia onorificenza ancora in uso nelle forze armate statunitensi. Era tornato a casa nel 1970, aveva ottenuto un lavoro federale presso i forestali e fatto perdere le tracce, cercando di conservare l'anonimato.
A legend has passed
— Jack Carr (@JackCarrUSA) February 14, 2024
Charles Benjamin "Chuck" Mawhinney
USMC Scout Sniper
Vietnam
Valentine’s Day 1969
M40 sniper rifle / Redfield 3x9x40 scope
“I’m just a simple person and in Vietnam I was just doing my job.”
– Chuck Mawhinney
Chuck’s M40 is on display at the National… pic.twitter.com/itjBBqCwsI
Per anni negli Stati Uniti erano convinti che la "leggenda" dei cecchini fosse Carlos Hathcock, che aveva ucciso 93 nemici, ma l'identità del fucile più fatale della storia dei Marine venne fuori nel 1991 grazie a un libro, "Dear Mom: A Sniper's Vietnam", scritto da Joseph Ward, secondo cui Mawhinney aveva raggiunto in guerra il record di 101 nemici uccisi con il suo fucile di precisione M40 Remington e binocolo Redfield. Per anni, pero', il primato è stato tema di polemiche tra gli appassionati del genere. Dopo un'intervista, concessa nel '97, Mawhinney uscì definitivamente dall'ombra, per diventare personaggio invitato ai raduni dei veterani e a eventi che celebravano l'impegno delle forze americane nel mondo. Di lui era diventata leggendaria anche la discrezione. A chiunque gli chiedeva del record, rispondeva: "Sono solo una persona semplice, che in Vietnam faceva il suo lavoro".
A marzo dell'anno scorso è uscito il libro delle sue memorie, consegnate a Jim Lindsay nel libro "The Sniper", la 'storia mai raccontata del più grande cecchino di tutti i tempi'". "Era un brav'uomo - ha raccontato di lui l'autore - fece solo quello per cui era stato addestrato". "È stato anche un bravo papa' - ha aggiunto - un bravo marito e un valore per la comunità". Mawhinney lascia la moglie e tre figli. Le cause della morte non sono state rese pubbliche.