AGI - Una delle principali testate francesi, L'Express, ha rivelato che uno dei suoi redattori più in vista, Philippe Grumbach, molto ben inserito nell'elite francese, è stato una spia del Kgb per 35 anni, non tanto per motivi ideologici quanto economici. Grumbach, deceduto nel 2003, è stato una figura leggendaria del giornalismo che ha plasmato la direzione editoriale di una delle pubblicazioni francesi di maggior successo. Nella sua agenda figuravano nomi di presidenti, attori e scrittori famosi, considerati come amici intimi. Alla sua morte l'allora ministro della Cultura, Jean-Jacques Aillagon, disse di lui che era stato "una delle figure più memorabili e rispettate nei media francesi". Nel contempo era anche una spia dell'agenzia di intelligence russa, col nome in codice Brok. Ampie prove della vita ambigua di Grumbach sono contenute nei cosiddetti archivi Mitrokhin, dal nome del maggiore sovietico che contrabbandava migliaia di pagine di documenti dagli archivi sovietici e li consegnò alla Gran Bretagna nel 1992. Successivamente furono raccolti in un libro da Christopher Andrew e lo stesso Vasili Mitrokhin.
Nello specifico si faceva riferimento a un agente i cui dettagli biografici corrispondevano a quelli dello stimato giornalista di L'Express. Una miniera di informazioni che ha destato la curiosita' e l'interesse di Etienne Girard, redattore degli affari sociali presso la stessa testata. "Ho iniziato a scavare e ho trovato il nome di Grumbach scritto in russo, e alcune foto", ha detto Girard alla Bbc, che rilancia la notizia. "E poi le cose sono diventate molto più serie. Mi sono messo in contatto con i servizi segreti francesi per confermare che Brok era davvero Grumbach - e da lì le cose sono andate a gonfie vele", ha proseguito il giornalista.
Una breve biografia
Nato a Parigi nel 1924 da una famiglia ebrea, Grumbach fuggì dalla Francia con la madre e i fratelli nel 1940, l'anno dell'invasione della Germania nazista e in cui il maresciallo Philippe Pe'tain prese il potere a Vichy con un regime collaborazionista. Grumbach si arruolo' quasi subito nell'esercito americano e combattè a fianco della resistenza in Algeria nel 1943. Dopo la guerra entrò nell'agenzia di stampa France Presse, ma si dimise subito dopo per protestare contro l'azione del governo francese nella guerra in Indocina. Nel 1954, Grumbach fu assunto per lavorare a L'Express da Jean-Jacques Servan-Schreiber, il suo fondatore. Da quel momento in poi, iniziò a frequentare alcune delle figure più importanti della Francia del XX secolo. Contribuì a riabilitare la reputazione dell'allora senatore - e futuro presidente - Francois Mitterrand quando fu accusato di aver organizzato un finto omicidio nel 1960.
Era vicino al potente Servan-Schreiber, al presidente Valery Giscard d'Estaing e all'eminente statista Pierre Mendes France, tra gli altri. Gli attori Alain Delon e Isabelle Adjani furono ospiti al suo matrimonio nel 1980, dove la scrittrice Francoise Sagan e Pierre Berge, co-fondatore di Yves Saint Laurent, furono testimoni legali. Alcuni potrebbero vedere la sua decisione di spiare per conto dell'Unione Sovietica come una storia romantica di lealtà verso un regime 'condannato'. Ma lo stesso Mitrokhin ipotizzò che, mentre probabilmente fu l'ideologia ad attrarre inizialmente Grumbach verso il Kgb, dopo solo pochi anni le sue ragioni per restare come spia avevano meno a che fare con il desiderio di portare avanti la causa del comunismo in Europa, e più con il suo desiderio di guadagnare abbastanza soldi per comprare un appartamento a Parigi.
Gli incentivi finanziari erano sicuramente allettanti. Secondo i documenti di Mitrokhin, solo tra il 1976 e il 1978 Grumbach ricevette l'equivalente di 250 mila euro di oggi per i suoi servizi al Kgb. In altre tre occasioni negli anni '70, ricevette un bonus extra per essere una delle 13 migliori spie sovietiche in Francia. Eppure non è chiaro quali missioni abbia svolto esattamente. I documenti di Mitrokhin mostrano che durante le elezioni presidenziali del 1974 il Kgb gli forni' file falsificati che avrebbero dovuto creare tensioni tra i candidati presidenziali di destra. Anche se L'Express cita documenti secondo cui a Grumbach era stata affidata la missione di "risolvere questioni delicate" e di "collegarsi con rappresentanti e leader di partiti e gruppi politici", ci sono pochi altri esempi concreti del suo aiuto attivo all'URSS. Forse è questo il motivo per cui, all'inizio degli anni '80, il Kgb ruppe i rapporti con lui.
Cosa c'è scritto nel fascicolo a suo carico
Secondo il fascicolo Mitrokhin, i suoi agenti a Parigi consideravano Grumbach come "non sincero" e ritenevano che esagerasse le sue capacità di raccogliere informazioni e il valore della sua intelligenza, pertanto fu licenziato nel 1981. Successivamente, per vergogna o per un persistente senso di lealtà, Grumbach non ha mai reso noto dettagli sui suoi anni da spia, minacciando di citare in giudizio un collega, il giornalista Thierry Wolton, che stava scrivendo un libro rivelatore in merito, nel 2000. La sua vedova Nicole ha recentemente dichiarato a L'Express che, subito dopo la visita di Wolton, il suo defunto marito le ha detto la verità. "Mi ha spiegato che aveva lavorato per il Kgb prima che ci sposassimo", ha detto alla rivista. Ha fatto menzione del fatto di essere stato "disgustato" dal razzismo a cui ha assistito in Texas, mentre era nell'esercito degli Stati Uniti, lasciando intendere che questo lo ha portato a cercare invece una collaborazione con l'Urss. "Ha subito aggiunto che avrebbe voluto fermarsi quasi subito, ma che era stato minacciato", ha detto Nicole a L'Express. "Era attento a tenere separato il suo lavoro di spia da quello di redattore di riviste. È stata una mossa intelligente ed è proprio per questo che tutto ha funzionato. Il Kgb voleva che lui conservasse la sua copertura di borghese centrista per continuare a volare sotto il radar", ha sottolineato Girard.
Per il giornalista di L'Express, scrivere l'articolo sul suo ex collega ha richiesto tre mesi, ma ha dato i suoi frutti. "Avevo sicuramente la sensazione di fare il mio lavoro. Spetta a noi condurre le indagini, perché ci riguardano, anche se ciò significa portare alla luce verità scomode", ha riconosciuto Girard. Come sottolinea il rapporto di L'Express, il lavoro di Grumbach come spia non è mai stato quello di diffondere propaganda. Quasi tutti i media in Francia hanno ripreso la storia, forse perché molti ricordano ancora Grumbach come una figura imponente che ha dominato il panorama dei media francesi per decenni. Alcuni potrebbero essere tentati di rispolverare le loro vecchie copie di L'Express degli anni di Grumbach, alla ricerca di messaggi subliminali filo-sovietici. Ma difficilmente troveranno qualcosa. Negli anni Cinquanta, durante il suo primo periodo come redattore capo, L'Express si sporse a sinistra senza mai sostenere il comunismo; negli anni '70, quando Grumbach era di nuovo al timone, L'Express si spostò verso una corrente decisamente moderata, liberale e centrista.