AGI - Sarà dominata dalla guerra a Gaza e dal conflitto in Ucraina la Conferenza sulla Sicurezza che inizia oggi e andrà avanti fino a domenica a Monaco di Baviera. Russia e Ucraina non sono mai state tanto distanti, la comunità internazionale guarda atterrita a quanto sta accadendo a Gaza dove sono già morte quasi 30 mila persone, senza contare i più di 1200 israeliani trucidati il 7 ottobre.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, appare intenzionato a mettere in atto l'operazione di terra a Rafah, dove si sono assiepati oltre 1,2 milioni di sfollati. Non solo. Alla Casa Bianca potrebbe tornare Donald Trump, che ha appena minacciato di non difendere, se sarà rieletto, gli alleati della Nato che non siano in ordine con i pagamenti delle spese per la difesa, in caso di attacco russo.
In questo scenario, a Monaco si riunisce come ogni anno l’élite mondiale della difesa, ma anche politici di altissimo livello, attivisti di organizzazioni non governative. È la 'Davos della Difesà dove l'Italia sarà rappresentata dal vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L'incontro sarà un vero barometro di rapporti, tensioni e relazioni che si intrecciano nel mondo, anche se la Conferenza ha un carattere informale: non è un G7 o G20, quindi non si conclude con dichiarazioni o risoluzioni finali. Da 60 anni, tante le edizioni con quella di adesso, i leader si riuniscono all'Hotel Bayerischer Hof, nel cuore della capitale bavarese: e proprio quelle sale e quei corridoi offrono il palcoscenico ma anche gli spazi per intessere relazioni, lontani da orecchi indiscreti (proprio a Monaco, nel 2011, i ministri degli Esteri di Usa e Russia, Hillary Clinton e Sergey Lavrov, firmarono il trattato Start sul disarmo).
Non sarà presente ovviamente la Russia, che non è invitata da due anni. Eppure proprio a Monaco nel 2007 Vladimir Putin fece capire che la Russia non era più incamminata verso una lenta evoluzione per la democrazia. Esordì citando una frase di Franklin D. Roosevelt: "Quando la pace viene infranta in un luogo qualunque, la pace di tutti i Paesi è in pericolo ovunque". Poi andò all'attacco, puntando l'indice contro il mondo unipolare: "Questo è un mondo con un unico padrone e un unico sovrano". Contestò la corsa al riarmo: "Stiamo assistendo a un uso quasi illimitato di mezzi militari", un uso della forza "che sta trascinando il mondo nelle profondità del conflitto militare". Denunciò l'allargamento della Nato verso Est: "Abbiamo il legittimo diritto di chiedere conto da chi sia operato questo allargamento".
Da due anni, dopo che le truppe di Mosca hanno invaso l'Ucraina, la Russia non è più invitata. Putin non ci sarà, ma sarà presente Volodymyr Zelensky, che poche ore prima sarà andato a Parigi per firmare un accordo di sicurezza con Emmanuel Macron (sulla scorta di quelli già siglati con gli altri Paesi della Nato). Per poi passare per Berlino dove firmerà un'analoga in tesa con il cancelliere Olaf Scholz. Zelensky parlerà della situazione al fronte, delle esigenze dell'Ucraina a livello militare, umanitario ed economico, ma anche dei negoziati di adesione dell'Ucraina all'Unione europea. Ci sarà poi il presidente israeliano, Isaac Herzog, accompagnato da alcuni degli ostaggi liberati (Raz Ben Ami, Adi Shoham e Aviva Siegel) e dai familiari di alcuni di quelli ancora intrappolati a Gaza. Presenti anche il capo della diplomazia cinese, Wang Yi, e il segretario di Stato americano Antony Blinken, che fa parte della delegazione statunitense guidata dalla vicepresidente Kamala Harris.
Secondo l'agenda del Dipartimento di Stato americano, i due si incontreranno alle 15:30 nella città tedesca. Un meeting non confermato da Pechino ma che sicuramente verterà sulle tensioni commerciali tra i due Paesi ma anche e soprattutto sulla guerra in Medio Oriente, in particolare sulla situazione nel Mar Rosso, con Washington che farà pressioni su Pechino affinché usi la sua influenza in Iran per convincere gli Houthi, considerati nella sua orbita, a fermare i loro attacchi alle imbarcazioni.
Tajani presiederà tavolo su Ucraina e Gaza
Nel corso della giornata di sabato il vicepremier Tajani presiederà la prima riunione dei ministri degli Esteri del G7 nell'anno di Presidenza italiana. L'incontro si aprirà con un confronto sulla crisi nella Striscia di Gaza e sui suoi effetti nel quadrante mediorientale, per poi proseguire con uno scambio di vedute sulla situazione nel Mar Rosso. La seconda parte della riunione sarà aperta alla partecipazione del ministro degli Affari Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, verrà affrontata l'aggressione russa all'Ucraina e la prosecuzione del sostegno del G7 a Kyiv. A seguire è prevista la firma di alcuni accordi con cui l'Italia intende sostenere la ripresa del settore energetico ucraino con il coinvolgimento della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS).
Successivamente Tajani interverrà in qualità di relatore alla sessione della Conferenza di Monaco dedicata alla guerra in Ucraina, insieme a Kuleba, alla prima ministra danese, Mette Frederiksen, al vice Cancelliere tedesco, Robert Habeck, e alla speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi. A margine dei lavori, Tajani avrà incontri bilaterali con omologhi stranieri.