AGI - Il tema sul tavolo dei ministri della Difesa della Nato - riuniti oggi e domani a Bruxelles - è ovviamente l'Ucraina. Ma era inevitabile che le parole dell'ex presidente americano, Donald Trump - che lascerebbe libera la Russia di attaccare i Paesi che non contribuiscono alla spesa per la difesa comune - rimbombassero a distanza di giorni nel quartier generale dell'Alleanza atlantica. Il segretario generale, Jens Stoltenberg, aveva tentato di evitare la polemica nel suo discorso introduttivo durante la consueta conferenza stampa. Avrebbe voluto limitarsi a dimostrare - numeri alla mano - che gli alleati contribuiscono sempre di più. Non sono quel peso morto di cui i vari inquilini della Casa Bianca si sono lamentati negli anni.
"Da quando è stato assunto l'impegno di investimento nel 2014, gli alleati europei e il Canada hanno aggiunto più di 600 miliardi di dollari per la difesa. L'anno scorso si è assistito a un aumento senza precedenti dell'11%. Quest'anno mi aspetto che 18 alleati spendano il 2% del loro Pil nella difesa. è un altro numero record ed è un aumento di sei volte rispetto al 2014, quando solo tre alleati raggiunsero l'obiettivo. Nel 2024, gli alleati Nato in Europa investiranno un totale complessivo di 380 miliardi di dollari nella difesa. Per la prima volta, ciò equivale al 2% del loro Pil combinato", ha snocciolato in difesa degli europei.
Tuttavia appena il microfono è passato in mano ai giornalisti per le domande, la discussione è virata su Trump.
"Il mio messaggio è che non dovremmo minare la credibilità della deterrenza della Nato. E questo riguarda sia le capacità in cui investiamo, ma anche il modo in cui comunichiamo, perché la deterrenza è nella mente dei nostri avversari. E non dovremmo lasciare spazio a calcoli errati o incomprensioni a Mosca riguardo alla nostra preparazione, al nostro impegno, alla nostra determinazione a proteggere i nostri alleati. E la ragione per farlo non è provocare un conflitto, ma è prevenire il conflitto, come la Nato ha fatto con successo per 75 anni", ha chiarito.
Non è tutto. Il secondo messaggio di Stoltenberg è che la Nato è importante per gli Stati Uniti tanto quanto lo è per l'Europa. "Una Nato forte è importante anche per gli Stati Uniti, perché rende gli Stati Uniti più forti. Gli Stati Uniti non hanno mai combattuto una guerra da soli. Combattono sempre con gli alleati e questo rende gli Stati Uniti più forti. Dalla guerra di Corea all'Afghanistan, gli alleati della Nato hanno combattuto fianco a fianco con i soldati statunitensi. E dobbiamo ricordare che l'unica volta che abbiamo invocato l'Articolo Cinque - Afghanistan - è stato dopo un attacco agli Stati Uniti l'11 settembre. Centinaia di migliaia di soldati canadesi ed europei prestarono servizio in Afghanistan per proteggere gli Stati Uniti, e molti di loro pagarono il prezzo più alto", ha evidenziato il segretario norvegese.
Le ipotesi di interventi sulla deterrenza nucleare non li vuole prendere in considerazione. Il concetto di Stoltenberg è molto semplice: il sistema che c'è ora ha funzionato bene per 75 anni, non va cambiato. "Disponiamo di un deterrente nucleare della Nato che da decenni fornisce le massime garanzie di sicurezza agli alleati. E questo è l 'accordo che abbiamo insieme nella Nato, con procedure concordate per le dottrine di comando e controllo, che stiamo esercitando insieme. E, naturalmente, questa la combinazione delle armi nucleari statunitensi in Europa, ma anche di altri alleati della Nato che forniscono gli aerei, le infrastrutture, il supporto, per essere in grado di garantire che questo deterrente nucleare sia funzionale, operativo, sicuro e affidabile. Si tratta quindi di un deterrente nucleare che funziona e dovremmo continuare a garantire che rimanga sicuro e affidabile", ha precisato.
Il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, è ancora meno appassionato della materia. "Il dibattito sul nucleare è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento. Questa è un'escalation di cui non abbiamo bisogno", ha evidenziato. Cosi' come ha ridimensionato anche le parole di Trump. "Non credo ai dibattiti accesi nel momento sbagliato e certamente non credo al fatto di pesare ogni citazione della campagna elettorale americana di chi vuole candidarsi o anche solo reagire a essa. Penso che faremmo molto bene a non guardare costantemente come un coniglio al serpente sui candidati presidenziali, sui possibili candidati repubblicani o sulle elezioni", ha criticato. Ha invitato invece i suoi omologhi europei "a fare i compiti" e aumentare la spesa militare per arrivare almeno al fatidico due per cento.