AGI - Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha stravinto le primarie democratiche in South Carolina, appuntamento che ha segnato l'inizio della corsa del partito per le elezioni presidenziali di novembre ed era particolarmente importante per misurare il livello di entusiasmo nella comunità afroamericana. Biden ha stravinto con il 96,2% dei voti e ha lasciato al palo i suoi due principali rivali: Marianne Williamson, nota per aver scritto un libro sull'auto-aiuto (2,1%) e il deputato del Minnesota Dean Phillips (1,7%). Nel festeggiare la vittoria, il presidente ha fatto subito notare che lo Stato - che fu fondamentale per dare una svolta alla sua campagna, quattro anni fa - lo ha messo "sulla strada" per riconquistare la Casa Bianca e fare dell'ex presidente Donald Trump nuovamente un "perdente".
Biden - insieme alla moglie Jill, la sua vice Kamala Harris e tutto lo staff elettorale - ha investito molto nello Stato: nell'ultimo mese, ha visitato tre chiese della comunità afroamericana e la sua campagna ha speso centinaia di migliaia di dollari in spot radiofonici e televisivi per raggiungere gli elettori. La vittoria era assicurata ma Biden doveva dimostrare la sua capacità di mobilitare la base del partito, in particolare la comunità afroamericana, che rappresenta il 60% dell'elettorato democratico nello Stato. In questo contesto, tutti gli occhi erano puntati sui risultati dell'affluenza: hanno votato circa 131mila persone, il 75% in meno rispetto al 2020, quando parteciparono quasi 540mila votanti.
South Carolina, thank you for everything. pic.twitter.com/AaPEHljet9
— Joe Biden (@JoeBiden) February 4, 2024
Difficile valutare il peso del voto degli afroamericani. Secondo un sondaggio del New York Times/Siena condotto a novembre, il 71% degli elettori neri in sei Stati chiave sostiene Biden - erano il 91% nelle elezioni del 2020 - e il 22% voterebbe per Trump. E c'è comunque da tenere presente che nel 2020, gli Stati Uniti erano ancora immersi in una pandemia e la 'corsa' per Biden era molto più competitiva, mentre ora non ha praticamente alcun rivale. In ogni caso, la cifra di 131.315 elettori è inferiore alle proiezioni del deputato James Clyburn: figura influente all'interno del Partito Democratico in South Carolina, Clyburn in un'intervista al New York Times il giorno prima delle primarie ha espresso la speranza che andassero al voto tra le 150.000 e 200.000 persone.
Il South Carolina era il primo appuntamento nella corsa democratica perché l'anno scorso, su iniziativa di Biden, il partito ha cambiato il calendario delle primarie, strappando a Iowa e New Hampshire le prime posizioni che occupavano dal 1972, e concedendo questo onore allo Stato del Sud. Una modifica che ha due obiettivi: riaffermare la lealtà di Biden allo Stato che ha rilanciato la sua candidatura nel 2020 (dopo gli scarsi risultati in Iowa e New Hampshire), ma anche includere voci diverse nel processo delle primarie, come quelle della comunità afroamericana e quella ispanica, che martedì sarà protagonista delle primarie del Nevada. Biden comunque sta concentrando la strategia sulla minaccia alla democrazia che, secondo lui, rappresenta il miliardario americano. "Per inciso, i leader stranieri mi dicono uno dopo l'altro: 'Devi vincere'", ha dichiarato sabato a Wilmington.
Nonostante l'investimento del Partito Democratico, lo Stato non è in gioco a novembre, poiché è considerato un bastione conservatore che non vota per il candidato democratico alle presidenziali dal 1976, con Jimmy Carter. Da notare che il 24 febbraio sono previste le primarie repubblicane, in cui Trump 'correrà' contro l'ex ambasciatrice americana all'Onu ed ex-governatrice dello Stato Nikki Haley. Nello Stato vige la particolarità che gli elettori possono scegliere di partecipare alle primarie di entrambi i partiti; e alcuni elettori democratici hanno già detto che stanno prendendo in considerazione l'idea di votare per Nikki Haley.