AGI - Grazie a un video su TikTok storia a lieto fine per Amy e Ano, gemelle identiche sottratte alla madre alla nascita e vendute a famiglie separate: a distanza di oltre 20 anni si sono ritrovate grazie al social e hanno riabbracciato la loro mamma biologica. La travagliata vicenda ha avuto inizio nel 2002, in una maternità di Kirtskhi - che non esiste più - nella Georgia occidentale.
Alla madre delle bambine era stato detto che erano morte poco dopo la nascita, mentre nel contempo venivano date in adozione, dietro pagamento di un'ingente somma di denaro, a due donne diverse. Il primo 'incontro' casuale sconvolgente tra le due ragazze, ormai 12enni, è accaduto quando Amy Khvitia guardava il suo programma televisivo preferito, Georgia's Got Talent. C'era una ragazza che ballava il jive, identica a lei, Ano Sartania.
"Tutti chiamavano mia mamma e chiedevano: 'Perche' Amy balla sotto un altro nome?", si ricorda Amy, che ha cominciato a farsi domande e a interrogare i genitori, sentendosi rispondere che "abbiamo tutti un sosia". Sette anni dopo, nel novembre 2021, Amy ha pubblicato su TikTok un video di se stessa con i capelli blu che si fa fare un piercing al sopracciglio.
A 320 km di distanza, a Tbilisi, un'altra 19enne, Ano, riceve il video in questione da un amico, colpito dalla somiglianza. Ano ha provato a rintracciare questa ragazza così simile a lei, ma non riuscendo a trovarla ha condiviso il suo video su un gruppo WhatsApp dell'università per vedere se potevano aiutarla. Casualmente qualcuno che conosceva Amy ha letto il messaggio, mettendo le due ragazze in contatto su Facebook. Amy ha capito immediatamente che Ano era la ragazza che aveva visto tanti anni prima in Georgia's Got Talent.
"Ti ho cercato per tutto questo tempo!" è stato il primo messaggio inviato. "Anche io", ha risposto Ano. Parlando hanno scoperto di amare la stessa musica, il ballo, di avere la stessa acconciatura e soprattutto la stessa malattia genetica ossea, la displasia. Una settimana dopo il primo incontro dal vivo, alla stazione della metropolitana Rustaveli, a Tbilisi, con la certezza immediata di essere gemelle. "Era come guardarsi allo specchio, la stessa identica faccia, la stessa identica voce. Io sono lei e lei è me", ha riferito Amy.
Hanno deciso di confrontarsi con le loro famiglie e per la prima volta hanno appreso la verità: erano state adottate, separatamente, a poche settimane di distanza nel 2002. Secondo i loro certificati di nascita, visibilmente falsificati, erano nate a un paio di settimane di distanza e alle due madri adottive era stata fornita la stessa versione dei fatti. Amy ha poi deciso di condividere la loro storia su Facebook, ricevendo la risposta di una giovane donna tedesca secondo cui la madre aveva dato alla luce due gemelle all'ospedale di maternità di Kirtskhi nel 2002 e che, nonostante le fosse stato detto che erano morte, ora aveva dei dubbi.
I successivi test del DNA hanno rivelato che la ragazza del gruppo Facebook era la loro sorella e viveva con la madre biologica, Aza, in Germania. Amy e Ano sono poi andate a Lipsia per incontrare la loro madre biologica, trovando la parte mancante del puzzle. In realtà l'odissea di queste due gemelle, documentata dalla 'Bbc', è la stessa vissuta da altre migliaia di bambini - secondo le stime fino a 100 mila - rubati alle madri naturali alla nascita, spesso con la scusa della loro morte prematura, e venduti a famiglie adottive, tra l'inizio degli anni '50 fino al 2005.
Un vero e proprio mercato nero dei bambini georgiani che a distanza di anni ha trovato nei Social uno strumento utile alla ricerca dei propri genitori biologici e figli. Un primo passo decisivo è stato compiuto dalla giornalista Tamuna Museridze, nel 2021, dopo aver scoperto di essere stata adottata. Mentre stava ripulendo la casa della sua defunta madre, ha trovato il suo certificato di nascita con dettagli errati. Ha allora deciso di creare un gruppo Facebook dal nome "Vedzeb" - che in georgiano significa "sto cercando" - per cercare la propria famiglia.
Sono cominciati ad affluire decine e decine di post di madri che raccontavano come i propri bambini erano stati dichiarati morti alla nascita in diversi ospedali georgiani, salvo poi aver scoperto che i decessi non erano mai stati registrati, pertanto potevano essere ancora vivi. Nel corso dei mesi "Vedzeb" ha messo in contatto figli, fratelli, sorelle e genitori biologici, facendo emergere lo scandalo di un traffico nazionale di bambini durato decenni, coinvolgendo decine di migliaia di persone.
Il gruppo conta più di 230 mila membri e, insieme all'accesso ai siti web del DNA, ha rivelato un capitolo oscuro nella storia della Georgia. "La portata è inimmaginabile, sono stati rubati fino a 100 mila bambini. È stato un evento sistemico", ha denunciato Tamuna Museridze, che ha contribuito a riunire centinaia di famiglie, ma non è ancora riuscita a rintracciare la propria. Una cifra calcolata contando il numero di persone che l'hanno contattata, combinato con il periodo di tempo e la diffusione nazionale dei casi, anche se per mancato accesso ai documenti - andati perduti o non rilasciati - è impossibile verificarne l'esattezza.
Sulla base di elementi di prova raccolti nel tempo, la giornalista è giunta alla conclusione che il traffico fosse gestito da criminali organizzati e coinvolgesse persone di tutti i settori della società, dai tassisti alle alte sfere del governo, mentre funzionari corrotti avrebbero falsificato i documenti necessari per le adozioni illegali. Il copione delle testimonianze raccolte è quasi sempre lo stesso: bambini dichiarati morti alla nascita ai genitori biologici, a cui è stato detto che erano già stati sepolti nell'area dell'ospedale oppure venivano mostrati neonati morti congelati nell'obitorio.
Comprare un bambino era costoso, circa l'equivalente di un anno di stipendio, quindi alcuni sono finiti presso famiglie straniere negli Stati Uniti, Canada, Cipro, Russia e Ucraina. In realtà in passato ci sono stati altri quattro tentativi per fare luce su queste drammatiche vicende. Nel 2003 è stata avviata un'indagine sul traffico internazionale di bambini che ha portato a numerosi arresti, ma poche informazioni sono state rese pubbliche.
Nel 2005 la Georgia ha modificato la propria legislazione sulle adozioni e nel 2006 ha rafforzato le leggi anti-tratta, rendendo più difficili le adozioni illegali. Nel 2015, dopo un'altra indagine, i media georgiani hanno riferito che il direttore generale dell'ospedale di maternità di Rustavi, Aleksandre Baravkovi, era stato arrestato, successivamente scagionato e tornato al lavoro. Nel 2022, il governo georgiano ha avviato un'indagine sullo storico traffico di bambini.
Alla 'Bbc' aveva riferito di aver parlato con più di 40 persone, ma i casi erano "molto vecchi e i dati storici sono andati perduti". Per motivi di protezione dei dati, il ministero degli Interni ha negato all'emittente britannica dettagli specifici sui singoli casi. Ora Tamuna ha unito le forze con l'avvocato per i diritti umani, Lia Mukhashavria, per portare i casi di un gruppo di vittime davanti ai tribunali georgiani. Rivendicano il diritto di accedere ai loro documenti di nascita, cosa che attualmente non è possibile secondo la legge georgiana.