AGI - Khan Younis è rimasta al centro dei combattimenti tra l'esercito israeliano e Hamas: durante la notte, testimoni hanno riferito di attacchi aerei verso Rafah e di combattimenti a Khan Younis, mentre il Ministero della Sanità del movimento islamista ha riferito in mattinata che molte persone sono state uccise e ferite in tutto il territorio devastato da mesi di guerra. Il fuoco dei carri armati contro un edificio dell'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Khan Younis ieri ha provocato almeno "nove morti e 75 feriti", ha dichiarato Thomas White, responsabile dell'organizzazione a Gaza, dove fonti mediche e dell'Onu temono che il bilancio delle vittime possa salire. Philippe Lazzarini, capo dell'Unrwa, ha dichiarato che il centro di accoglienza è stato "chiaramente" identificato e che i suoi dettagli sono stati "condivisi con le autorità israeliane". Ha condannato "una flagrante violazione delle regole fondamentali della guerra".
L'esercito israeliano ha dichiarato di aver "circondato" Khan Younis e ha invitato la popolazione locale a partire per Rafah, più a sud, al confine con l'Egitto. Ma i combattimenti stanno rendendo pericoloso viaggiare in questa regione, che ospita la maggior parte degli 1,7 milioni di palestinesi già sfollati a causa della guerra. Dopo gli spari contro il sito delle Nazioni Unite, l'esercito israeliano ha dichiarato che era in corso una "revisione" delle operazioni ma che aveva "escluso un attacco aereo o di artiglieria", menzionando anche "la possibilità" di un'azione di Hamas. Gli Stati Uniti, il principale alleato di Israele, hanno detto di "deplorare" il fuoco e hanno chiesto che i siti delle Nazioni Unite a Gaza siano "protetti".
Un portavoce del Dipartimento di Stato ha definito l'incidente "terribilmente inquietante", mentre la Casa Bianca ha sottolineato la sua "seria preoccupazione". Al 111 giorno di guerra, la situazione umanitaria nel territorio assediato continua a peggiorare. Allo stesso tempo, i manifestanti israeliani hanno bloccato ieri sera un'arteria fondamentale della metropoli israeliana di Tel Aviv per esortare il governo del Primo Ministro Benjamin Netanyahu ad accettare una pausa nei combattimenti, o addirittura un cessate il fuoco.