AGI - Il taglio dei tassi di interesse può attendere almeno fino al secondo trimestre dell'anno, più probabilmente intorno a giugno, mentre la Bce continuerà a monitorare i dati economici, inflazione in primis, anche alla luce delle nuove tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Questa la previsione condivisa dalla gran parte degli analisti, alla vigilia del consiglio direttivo di politica monetaria della Banca centrale europea, che oggi terrà la prima riunione dell'anno. Secondo Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di Mfs Im, in questa prima riunione dell'anno "non ci aspettiamo alcun cambiamento nella politica della Bce in merito ai tassi o alla politica di inasprimento; è probabile che il tono della conferenza stampa rimanga orientato a mantenere i tassi fermi per tutto il tempo necessario a garantire che l'inflazione ritorni in modo duraturo in target. È probabile che la Lagarde dichiari che i fattori di rischio per le prospettive di crescita siano al ribasso, mentre per l'inflazione il quadro generale vede un calo in un contesto in cui la trasmissione della politica monetaria sta avvenendo con decisione. Anche i sostenitori della politica restrittiva, come Schnabel, lo ammettono. Il calo dei prezzi dell'energia sosterrà anche la diminuzione dell'inflazione complessiva nei prossimi mesi. A nostro avviso, la scarsa crescita prevista e il calo dell'inflazione faranno si' che i tagli possano avvenire prima piuttosto che dopo. Dato l'inasprimento delle condizioni finanziarie e il raffreddamento del mercato del lavoro, un aumento dei tassi reali aumenta il rischio di un eccessivo irrigidimento. L'esatto momento dei tagli dipenderà ovviamente dai dati, che finora sembrano allinearsi a questa tesi".
Ci aspettiamo un rallentamento dell'economia globale, ma escludiamo uno scenario recessivo le banche centrali inizieranno ad allentare la politica monetaria e a ridurre i tassi di interesse, ma non prima della seconda metà dell'anno (Gero Jung, capo economista di Mirabaud Am)
Gli analisti di Ebury dal canto loro affermano: "Ci aspettiamo che le comunicazioni di gennaio mirino a evitare di alimentare le speranze di taglio dei tassi da parte degli investitori. Saremo particolarmente attenti alla comunicazione relativa alla possibilita' di un taglio in estate, cosi' come a qualsiasi segnale di spinta contro le aspettative di mercato".
"Con l'inflazione in calo e i tassi d'interesse molto più alti rispetto a un anno fa nonostante il recente rally, le banche centrali hanno un discreto margine di manovra e sono state esplicite nel voler evitare il rischio di una politica monetaria troppo restrittiva" nota Marco Giordano, direttore degli investimenti di Wellington Management. "Data la crescente preoccupazione di evitare una profonda recessione, riteniamo che le banche centrali, in seguito alla debolezza della crescita possano decidere di tagliare i tassi, soprattutto perché la politica monetaria sembra poter raggiungere il suo obiettivo di portare l'inflazione in modo sostenibile verso il 2%. Nell'immediato, riteniamo probabile che la Bce mantenga i tassi fermi e non li tagli fino a giugno di quest'anno poiché le autorità monetarie vorranno vedere l'inflazione scendere ulteriormente. I recenti avvenimenti in Medio Oriente stanno suscitando preoccupazione non solo per motivi geopolitici, ma anche per le potenziali conseguenze che possono avere sui mercati finanziari. A causa dell'economia aperta, l'Europa e' particolarmente esposta alle perturbazioni del commercio e gli aumenti dei costi di trasporto possono iniziare a tradursi in un aumento del costo delle merci"
"Chi si aspetta un'inversione della politica dei tassi della Bce nella riunione di giovedì rimarrà probabilmente deluso" taglia corto Claudia Fontanive-Wyss, Portfolio Manager di Vontobel. "Dopo la recente retorica da falco e considerato che la Presidente Lagarde a Davos ha indicato la possibilità di un taglio dei tassi d'interesse quest'estate, riteniamo che la Bce rimarrà immobile questa settimana e inizierà a tagliare i tassi da giugno in poi, di 25 o addirittura 50 punti base, in sintonia con la Fed. È probabile che il tono generale della riunione sia simile a quello di dicembre, con una dichiarazione sostanzialmente invariata e una caratterizzazione positiva del trend dell'inflazione sottostante. Ci aspettiamo inoltre che la Bce rimanga dipendente dai dati e che, nella conferenza stampa, contrasti verbalmente le scommesse degli investitori su tagli anticipati. Non prevediamo che l'attuale interruzione della catena di approvvigionamento nel Mar Rosso possa avere un impatto significativo sull'inflazione e modificare la politica della Bce. In primo luogo, la situazione non è paragonabile all'ammasso di navi che abbiamo visto in grandi porti come Los Angeles durante la pandemia. In secondo luogo, l'impatto dell'interruzione della catena di approvvigionamento in quel periodo è stato solo uno dei tanti fattori di inflazione".
"Prevediamo che la Banca Centrale Europea (BCE) manterrà invariati i tassi di riferimento nella riunione di gennaio e ribadirà il suo approccio dipendente dai dati. La riunione di marzo, con le nuove proiezioni macroeconomiche dello staff della Bce, fornira' probabilmente ulteriori indicazioni". Lo afferma Konstantin Veit, Portfolio Manager di Pimco. "La crescita a breve termine dovrebbe essere più debole del previsto. Tuttavia, le previsioni sull'inflazione di dicembre si basavano sul percorso dei tassi di interesse indicato dai dati di mercato al 23 novembre 2023. Questi dati suggerivano una riduzione dei tassi di circa 75 punti base per il 2024. Da allora le condizioni finanziarie si sono notevolmente allentate e le proiezioni aggiornate saranno rese note in occasione della riunione di marzo. Le previsioni del mercato suggeriscono attualmente circa 140 punti base di tagli dei tassi per quest'anno, a partire da aprile, e un tasso terminale vicino al 2% nel 2025. A causa dell'incertezza sulle prospettive inflazionistiche, dubitiamo che la Bce attuerà tagli dei tassi cosi' presto. È probabile che la Bce continui a monitorare attentamente l'inflazione senza dichiarare prematuramente il proprio successo"