AGI - Dai pogrom subiti da piccolissima a Kiev ai primi del '900 fino all'ultima apparizione pubblica mondiale in occasione della cerimonia a Los Angeles per il trentennale della nascita d'Israele. Nel mezzo si dipana la vita di Golda Meir, raccontata dalla giornalista di Radio24, Elisabetta Fiorito in "Golda, storia della donna che fondò Israele". Un libro che restituisce l'intensità del personaggio storico, le battaglie condotte, la caparbietà, il comportamento e il linguaggio estremamenti diretti, come le proverbiali battute, ma anche i tanti dissidi interni al partito e con gli alleati internazionali, in primis gli Stati Uniti.
Protagonista della nascita dello Stato ebraico, Golda è tra i firmatari della dichiarazione d'indipendenza il 14 maggio 1948 ed è alla salvaguardia della sicurezza d'Israele che ha dedicato tutta la sua esistenza, ricoprendo una serie di incarichi apicali, fino a raggiungere la guida del governo, prima donna ad assumere tale responsabilità. Incapace di stare lontana dalla politica, concorse in prima persona come pochi a forgiare il Paese appena nato e a guidarlo, affrontando i conflitti con i Paesi arabi ma anche la stagione degli attentati (a cominciare dalle Olimpiadi di Monaco), insieme alle difficoltà interne nella costruzione di uno Stato che accoglieva ebrei provenienti da tutto il mondo.
Fu una carriera lunghissima, fitta di riconoscimenti ma non priva di amarezze e rimorsi, dalla quale si ritirò nella primavera del 1974, in seguito alla guerra di Yom Kippur. Un capitolo buio nella storia d'Israele, come buio - ricorda l'autrice - è il momento che anche oggi il Paese sta vivendo dopo il massiccio attacco di Hamas del 7 ottobre e la nuova guerra a Gaza.