AGI - La seconda giornata di lavori del World Economic Forum è stata densa come la prima, ma due interventi in particolare hanno rubato la scena. Il primo, come previsto, è stato quello del presidente francese Emmanuel Macron. L'inquilino dell'Eliseo, dopo aver tenuto una conferenza stampa per rilanciare il suo quinquennato in seguito al cambio di governo, dal palco di Davos ha sottolineato la necessità di aumentare "gli investimenti pubblici europei, anche con eurobond per quelle che sono le grandi priorità".
In Europa servono posti di lavoro buoni, pagati meglio, e dobbiamo anche approfondire l'unione dei mercati dei capitali. Dobbiamo assolutamente avere un'Europa finanziaria molto più integrata" (Emmanuel Macron)
Il continente europeo "dispone di molti risparmi ma sono male allocati. Non circolano verso le geografie giuste, verso i settori giusti", ha osservato il leader dell'Eliseo suggerendo che "il 2024 sarà l'anno in cui l'Ue e i singoli stati membri che la formano decideranno se essere sovrani o no". "Non è buono avere una Europa completamente dipendente dagli Stati Uniti", ha continuato, perché "l'indipendenza è essenziale per mantenere la nostra voce e parlare con gli altri Paesi. Serviranno decisioni audaci e occorre essere lucidi".
In Davos today for the World Economic Forum to meet political and economic leaders from all around the world.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) January 17, 2024
What will I say to them?
Choose France!
L'altro intervento forte è stato quello del neo presidente argentino, Javier Milei. "L'Occidente è in pericolo", ha tuonato, perché è sedotto dal socialismo, che sotto molti falsi nomi orienta sempre più le politiche dei vari Paesi, dove lo Stato prende e pretende spazio ai danni del capitalismo e del libero mercato, che è invece la formula che ha garantito il maggiore benessere possibile. Gli imprenditori non devono cedere alla "casta politica che vuole solo perpetuarsi e mantenere i propri privilegi". Gli imprenditori liberi, ha proseguito, sono "eroi, benefattori sociali" e la loro ambizione "non è immorale": non cedano allo Stato "che non è la soluzione dei problemi, ma il problema stesso".
"Se non combattiamo frontalmente" la seduzione collettivista in cui è caduto l'Occidente "ci saranno solo più Stato, più regole, più socialismo, più povertà e un peggiore livello di vita. Purtroppo l'Occidente ha intrapreso questo ridicolo cammino", verso un socialismo che "con nomi distinti e distinte forme" si propone quale soluzione. Milei auspica che l'Occidente non persegua "questo cammino di servitù", alimentato da "idee nocive che purtroppo hanno impregnato la nostra società" e si fondano su un neomarxismo che contagia "la cultura, le università e nei casi più gravi gli organismi internazionali, gravi a causa della loro influenza".
El presidente Javier Milei le pidió a los empresarios que "no se dejen amedrentar por la casta política ni por los parásitos que viven del Estado", al exponer en el Foro Económico Global de Davos, en Suiza. https://t.co/EX0fb06Xn7 pic.twitter.com/gPbdzTREc9
— Clarín (@clarincom) January 17, 2024
L'escalation in Medio Oriente
Per quanto riguarda la crisi palestinese, "se il genocidio a Gaza si ferma, questo porterà anche alla fine di altre crisi e attacchi nella regione", ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, in un'intervista alla Cnn dal World Economic Forum, precisando di aver avuto rassicurazioni in tal senso da parte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Hossein Amirabdollahian ha assicurato che il suo Paese vuole "fermare la guerra a Gaza" e ha denunciato che la cooperazione degli Stati Uniti con Israele è "la radice della mancanza di sicurezza nella regione". "Gli Stati Uniti non dovrebbero, Biden non dovrebbe legare il suo destino a quello di Netanyahu", ha infine detto Amirabdollahian, parlando alla Cnbc.
L'economia
Sulle questioni economiche si segnala soprattutto l'annuncio della presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, in merito al taglio dei tassi di interesse. Lagarde ha freddato le aspettative di chi puntava a un primo taglio in primavera. Il numero uno dell'istituto di Francoforte ha fornito un altro 'timing': un allentamento della stretta potrebbe esserci in estate, quindi più tardi rispetto a quanto previsto (e sperato) dagli operatori. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che partecipa questa sera alla cena sul futuro dell'Europa, ha incontrato numerosi vertici di multinazionali, dal numero uno di JP Morgan, Jamie Dimon, all'amministratore delegato di Bridgewater, Ray Dalio, a Ruth Porat, direttrice finaziaria di Alphabet, la holding che controlla anche Google.
Giorgetti ha avuto una riunione anche con Brian Moynihan, amministratore delegato di Bank of America. Per la parte istituzionale, invece, ha incontrato Paul Mo-Po Chan, segretario alle Finanze di Hong Kong, il ministro delle Finanze dell'Arabia Saudita Mohammed Al-Jadaan e quello del Qatar Al Kuwari. Facendo il punto con i giornalisti, il ministro ha spiegato che l'eventuale taglio dei tassi interesse da parte della Bce entro l'estate "è una buona notizia per tutti, non solo per il debito italiano, ma anche per tutte le famiglie che hanno un mutuo, per le imprese che devono investire, quindi prima arriva il taglio, meglio è".
Giorgetti ha inoltre fatto sapere di aver incontrato investitori potenzialmente interessati al piano di privatizzazioni e che "sono tutti molto interessati". E sull'ex Ilva di Taranto, ha garantito, "noi ci stiamo impegnando al massimo per fare chiarezza perché per fare l'acciaio green servono tanti investimenti, quindi abbiamo bisogno di partner che insieme a noi facciano investimenti importanti. Questo è il momento della chiarezza, c'è un partner che ancora non ha chiarito la sua posizione" e "ci sono molti interessati a produrre a Taranto, che è il più' grande insediamento produttivo di acciaio europeo".