AGI - Nove militari turchi hanno perso la vita in un violento scontro a fuoco nell'Iraq del nord con i miliziani separatisti curdi del Pkk: 4 militari sono morti in seguito alle ferite riportate e altri 4 versano in condizioni difficili. E, sempre facendo riferimento all'agguato di ieri, il ministero della Difesa turco ha reso noto che 45 terroristi sono stati neutralizzati, 36 in territorio iracheno, 9 in nord Siria.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha convocato d'urgenza una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale in cui ha annunciato vendetta e promesso "di cancellare l'esistenza di Terroristan". La scorsa settimana, altri 12 militari turchi erano morti in due diversi attacchi. Gli scontri hanno avuto luogo nella montuosa regione del Kurdistan iracheno, che confina con la Turchia.
Negli ultimi anni Erdogan ha ottenuto diverse vittorie nei confronti del Pkk contro cui Ankara, per volere dello stesso presidente, non utilizza più militari di leva, ma solo corpi scelti. Un cambio di strategia che ha permesso al governo turco di stabilire diverse 'basi' in nord Iraq. Di queste basi si sa poco, ma balzano agli onori della cronaca quando avvengono attacchi di questo tipo che provocano perdite fra i soldati turchi.
L'area dove sono collocate le basi corrisponde alle montuose province al confine con la Turchia, ma dal punto di vista amministrativo ricade sotto la competenza del governo del Kurdistan Iracheno, autonomo ma non indipendente da Baghdad e da sempre dominato dal potente clan curdo Barzani. Si tratta di una famiglia al potere da quattro generazioni con cui Erdogan intrattiene ottimi rapporti, anche perchè i Barzani sono in guerra da sempre con il Pkk, e a loro volta i separatisti curdi non riconoscono il governo del Kurdistan iracheno.
La guerra tra la Turchia e il Pkk ha avuto inizio nel 1984. Si calcola che da allora le vittime siano state circa 50 mila. Il Pkk, partito curdo dei lavoratori, è un movimento separatista considerato un'organizzazione terroristica da Usa e Unione Europea.