(AGI) - Dopo il completamento, poco prima di Natale, della guglia simbolo di Notre Dame, il più importante monumento di Francia, con la sostituzione del galletto d'oro, la posa della croce e della corona, gli emblemi del Paese, i parigini hanno vissuto un'altra giornata di intensa emozione vedendo un bouquet di fiori piegarsi al vento, in cima alla copertura della cattedrale, in una rigida giornata invernale.
L'intelaiatura del tetto di Notre Dame de Paris, dopo il devastante incendio del 2019, è stata finalmente completata con la posa dell'ultima trave dell'abside, a circa 90 metri d'altezza: lunga 12 metri e pesante 350 chili, l'ultima trave si è aggiunta ai 900 pezzi che compongono l'ossatura del coro della cattedrale.
Un lavoro certosino che ha richiesto il coinvolgimento di oltre 150 persone, fra falegnami e artigiani specializzati, guidati da Philippe Villeneuve, capo cantiere e responsabile dei monumenti storici francesi. Ai microfoni di Tf1 è stato lui a spiegare la portata della sfida, con l'incredibile lavoro di ricostruzione svolto, per mettere insieme, a incastro, con la stessa tecnica utilizzata 800 anni fa, i 4mila tasselli (tutti tagliati a mano e dello stesso legno della copertura) necessari a tenere insieme le 900 travi della copertura del tetto.
Un risultato, sottolinea l'emittente, reso possibile dal savoir-faire delle maestranze ma anche dallo spirito di squadra che sta permettendo di ricostruire un capolavoro dell'arte gotica francese che, in molti, dopo le fiamme che l'avevano inghiottito, davano per spacciato. E così, a suggellare un momento forse non emblematico per le istituzioni, ma d'immensa soddisfazione per le maestranze, ieri è stato deposto un mazzo di fiori in cima a quella copertura, per segnare la fine di un lungo e non scontato progetto nei tempi previsti dal calendario dei lavori: quasi un anno prima della riapertura ufficiale della cattedrale, l'8 dicembre 2024.
La poderosa struttura in legno di Notre Dame non a caso era stata soprannominata “la foresta” dalla gente: furono necessarie, all'epoca, oltre 1200 querce di rovere secolari per erigerla. E dopo numerose proposte 'moderniste' - ricostruire il tetto in acciaio, in vetro o in cemento armato - nel 2021 le autorità scelsero la storia, la tradizione nonché un approccio più 'naturale' ai lavori: la ricostruzione fedele di questa storica struttura in legno.