AGI - I Paesi dell'Unione europea hanno dato all'unanimità via libera all'ingresso graduale della Romania e della Bulgaria nell'area di libera circolazione Schengen dopo che l'Austria, l'ultima nazione a opporsi all'accordo, ha revocato il proprio veto. La decisione implica che, a partire da marzo, verranno eliminati i controlli alle frontiere interne - ma solo aeree e marittime - con questi due Paesi, che hanno aderito all'Ue nel 2007, con l'impegno di Austria, Bulgaria e Romania a concordare in seguito la data di fine dei controlli anche sui confini di terra. Lo ha riferito l'attuale presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue.
"Congratulazioni ai cittadini di Romania e Bulgaria per l'estensione di Schengen ai passeggeri del trasporto marittimo e aereo", ha affermato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, attraverso il suo profilo su X. Michel ha sottolineato che si tratta di "un passo atteso da tempo affinché i cittadini rumeni e bulgari possano godere di una più facile libertà di movimento, con la prospettiva dei futuri trasporti terrestri".
Schengen grows!@EUCouncil has decided to enlarge the #Schengen area to Bulgaria and Romania.
— Presidencia española del Consejo de la UE (@eu2023es) December 30, 2023
Air and maritime internal border controls will be lifted in March 2024, while a decision on the lifting of land controls will be taken later.
Last agreement under #EU2023ES. pic.twitter.com/dZJfLUXRI6
Fonti del Ministero degli Interni spagnolo hanno definito "storico" l'accordo - che arriva dopo dodici anni di trattative - e hanno assicurato che si trattava di una delle priorità della presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue che si concluderà domenica 31dicembre. Le fonti hanno anche sottolineato che la progressiva rimozione dei controlli alle frontiere interne di Bulgaria e Romania "rafforzerà ed espanderà" l'area europea di libera circolazione e faciliterà il movimento di milioni di persone, con "un impatto sociale ed economico molto positivo in tutta la regione".
L'Austria ha confermato oggi il ritiro del suo veto sull'accordo, già annunciato mercoledì dalla Romania e giovedì dalla Bulgaria. Il primo ministro rumeno, Marcel Ciolacu, aveva assicurato che l'accordo includerà anche i viaggi marittimi, di cui beneficerebbe il porto di Costanza sul Mar Nero, e si era detto fiducioso che la piena adesione sarà stata negoziata nel 2024.
Sebbene la Commissione europea e il Parlamento europeo garantiscano da anni che Bulgaria e Romania, membri dell'UE dal 2007, siano pronte a entrare in Schengen, l'Austria finora ne aveva bloccato l'ingresso. Il Trattato stabilisce l'abolizione dei controlli alle frontiere tra i suoi Stati membri, che attualmente coprono 4,3 milioni di chilometri quadrati e 423 milioni di cittadini di 27 Paesi europei (23 membri dell'UE e 4 non membri dell'Ue).
Come funziona Schengen
L'accordo di Schengen, che prende il nome da una cittadina nel sud del Lussemburgo, è stato sottoscritto il 14 giugno 1985 dal granducato e da Olanda, Germania, Francia e Belgio, i cinque stati pionieri dello spazio di libera circolazione tra i Paesi europei. Ventotto anni dopo, il trattato è stato esteso a 29 paesi, tra cui Bulgaria e Romania, che si vanno ad aggiungere a Germania, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Croazia, Danimarca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Svezia, Bulgaria e Romania) più quattro associati che non appartengono all'Ue: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Restano fuori solo Irlanda e Cipro e sono esclusi dallo spazio i possedimenti d'oltremare dei Paesi Bassi; il Monte Athos in Grecia e la Groenlandia e le Isole Faroe, in Danimarca.
Di fatto appartengono a Schengen i microstati di Monaco, San Marino e Vaticano. Inoltre, Cipro partecipa parzialmente, ma non è ancora membro a pieno titolo. L'atto costitutivo avvenne il 14 giugno 1985, quando i governi di Lussemburgo, Olanda, Germania, Francia e Belgio firmarono un accordo nella cittadina sul fiume Mosella con l'obiettivo di abolire in futuro le frontiere interne e consentire lo libera circolazione delle persone e delle merci nei Paesi firmatari. Cinque anni dopo sottoscrissero un secondo accordo contenente disposizioni pratiche per l'applicazione della libera circolazione e aperto all'adesione di altri Stati. L'Italia aderì all'accordo il 27 novembre 1990.
L'abbandono delle frontiere
L'entrata in vigore del trattato di Schengen in sette paesi, il 26 marzo 1995, ha segnato l'inizio dell'eliminazione delle frontiere interne terrestri e aeroportuali tra Spagna, Portogallo, Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Germania, e contemporaneamente l'aumento dei controlli ai confini di questi Paesi con il mondo esterno. La Croazia ha aderito il 1 gennaio 2023. L'Austria ha aderito al trattato nell'aprile 1995 e Svezia, Finlandia, Danimarca, Norvegia e Islanda nel dicembre 1996 (gli ultimi due, che non sono membri dell'Ue, attraverso accordi di associazione). Il 1 dicembre 1997 l'accordo entrò in vigore in Austria e nell'aprile dell'anno successivo fu l'Italia a completare l'applicazione dell'accordo di Schengen con l'eliminazione delle frontiere con Francia e Austria.
Sebbene la Grecia avesse firmato il trattato nel 1992, la sua applicazione non fu ratificata da tutti i Paesi firmatari a causa dei dubbi sulla capacità dell'amministrazione greca di controllare i confini. Il 21 dicembre 2007 Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Malta hanno eliminato i controlli alle frontiere terrestri e marittime. Le frontiere aeree sono state abolite il 30 marzo 2008