AGI - Sinistra, femministe e attivisti di varia estrazione si scagliano contro il presidente francese Emmanuel Macron, 'reo' di aver difeso pubblicamente, durante un popolare show televisivo, l'attore Gérerad Depardieu pluri accusato di molestie e abusi sessuali.
Invitato sul plateau del popolare programma "C à vous" di France 5, Macron si è lasciato andare a una serie di improvvide dichiarazioni sull'ex 'mostro sacro' del Cinema francese, tornato nell'occhio del ciclone dopo nuove denunce di donne presumibilmente abusate da lui. E dopo il suicidio, la scorsa settimana, di Emmanuelle Debever (60 anni) la prima attrice ad accusarlo di aggressione sessuale, molti anni dopo il set in cui ne fu vittima (1983).
Interpellato dalla conduttrice sulla possibilità che l'attore venga privato della Legione d'Onore ricevuta nel 1996 (provvedimento ventilato dal ministro della Cultura Rima Abdul Malak) il capo dell'Eliseo ha sottolineato come questo tipo di onorificenza non sia "uno strumento morale".
"La Légion d’honneur est un ordre qui n'est pas là pour faire la morale. Ce n'est pas sur la base d'un reportage qu'on enlève la Légion d'honneur à un artiste. La ministre de la Culture s’est un peu trop avancée."
— C à vous (@cavousf5) December 20, 2023
Affaire Depardieu : @EmmanuelMacron dans #CàVous pic.twitter.com/2vwGMLs6tR
"Non mi vedrete mai partecipare a una caccia all'uomo. Odio questo genere di cose", ha proseguito Macron lasciando evidentemente intendere che, a suo avviso, il titolare alla Cultura suggerendo un 'provvedimento disciplinare' per 'punire' chi ha fatto vergognare la Francia, si fosse spinto "un po' troppo in là".
Ma non è finita qui. Durante la trasmissione, il Capo dell'Eliseo ha confessato senza remora alcuna di essere "un ammiratore" di un attore "che rende orgogliosa la Francia". "Si può accusare qualcuno, magari ci sono delle vittime, e io le rispetto e voglio che possano difendere i loro diritti", ha aggiunto Macron ricordando in televisione che "c'è anche la presunzione di innocenza".
Le reazioni, in molti casi sconcertate, delle opposizioni politiche non si sono fatte attendere. Per la leader degli ecologisti di Eelv, Sandrine Rousseau, il mandato del presidente Macron è stato tristemente segnato dall'ipocrisia sul problema della violenza di genere. Le sue parole, ha osservato, sono "l'ennesimo insulto al movimento per liberare le voci delle vittime di violenza sessuale".
Les violences faites aux femmes grande cause du quinquennat…
— Olivier Faure (@faureolivier) December 20, 2023
Ce président ne croit à rien de ce qu’il annonce quels que soient les sujets.
Je serais la ministre en charge je me poserais sérieusement la question de rejoindre Aurelien Rousseau. #Macron #CaVous pic.twitter.com/tkjgnhOC50
L'affondo è giunto anche dal leader del partito socialista Olivier Faure, via piattaforma X. "Questo Presidente - ha affermato - non crede in nulla di ciò che dice, qualunque sia l'argomento". Se fossi io ministro in carica, ha aggiunto, "mi porrei seriamente la questione se seguire Aurelian Rousseau" (n.d.r. il ministro alla Salute dimessosi dopo la controversa approvazione della recente legge sull'immigrazione). "Dichiarazioni semplicemente sconcertanti, assolutamente incomprensibili dalla bocca di un capo di Stato". Così la leader del movimento femminista Salomé Saqué ha bollato le sue 'esternazioni' televisive. "Parole - ha tagliato corto - degne di un "promotore della cultura dello stupro".
Dopo la contestatissima approvazione della 'linea dura' contro i clandestini, applaudita in primis dalla leader della destra radicale del Rassemblement National, Marine Le Pen e le dimissioni lampo di un ministro del governo Borne in dissenso con la nuova legge, anche lo scandalo Depardieu sta contribuendo a rendere incandescente il dibattito politico Oltralpe. La campagna elettorale per le elezioni europee del 9 giugno 2024 è, evidentemente, già nel pieno mentre i sondaggi non stanno certo favorendo il Presidente e il fronte dei partiti che lo sostengono.
Secondo il barometro Odoxa per il Public Sénat e la stampa quotidiana regionale, del 19 dicembre, se le elezioni europee si tenessero ora, il Rassemblement National sarebbe di gran lunga al primo posto in termini di intenzioni di voto, con il 31% degli intervistati intenzionato a votarlo. La difesa d'ufficio di Macron, "ammiratore" del Cyrano nazionale, sembra non essere molto utile a rimontare la china nei sondaggi.