AGI - "I bambini e le loro famiglie sono costretti a utilizzare acqua proveniente da fonti non sicure, altamente salata o inquinata. Senza acqua sicura, molti altri bambini moriranno di privazioni e malattie nei prossimi giorni". Lo ha dichiarato il direttore esecutivo dell'Unicef Catherine Russell.
"L'accesso a quantità sufficienti di acqua pulita è una questione di vita o di morte, e i bambini di Gaza hanno a malapena una goccia da bere", ha aggiunto.
Nei rifugi della Striscia, sottolinea l'Unicef, "lunghe code di donne e bambini esausti aspettano di poter usare, in media, un bagno ogni 700 persone, spingendo le persone a ricorrere ad altre strategie di coping, come l'uso di secchi o la defecazione a cielo aperto. Le docce sono ancora meno disponibili e le opzioni igieniche sono quasi inesistenti, con un impatto soprattutto su donne e ragazze. Questo potrebbe portare a un ulteriore aumento della diffusione di malattie".
Secondo le stime dell'Unicef, i bambini sfollati di recente nel sud della Striscia di Gaza hanno accesso solo a 1,5-2 litri d'acqua al giorno, ben al di sotto dei requisiti raccomandati per la sopravvivenza. Per gli standard umanitari, la quantità minima di acqua necessaria in caso di emergenza è di 15 litri, che comprende acqua per bere, lavarsi e cucinare. Per la sola sopravvivenza, il minimo stimato è di 3 litri al giorno.