AGI - Un muro di due metri impedisce di vedere l'avanzamento dei lavori. Nasconde - secondo quanto rivelato dalla rivista americana Wired - un immenso cantiere in gran fermento, sorvegliato da uomini della security che sfrecciano sulle vicine spiagge in groppa ai loro potenti quadrunner. Siamo alle Hawaii, nei pressi di una splendida riserva naturale dell'isola di Kauai, con il suo milione e mezzo d'abitanti una delle otto maggiori dell'arcipelago.
È qui che Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e patron di Meta, dal 2014, poco alla volta, sta costruendo la sua "fetta di Paradiso": un enorme complesso residenziale dal costo stimato (a fine lavori) di circa 270 milioni di dollari, circondato da centinaia di ettari di terreno e composto da due ville residenziali di circa 17mila metri quadrati, unite da un tunnel sotterraneo collegato anche a un bunker di 5mila metri quadrati. Tra le pertinenze figurano varie piscine e jacuzzi, la palestra, i campi da tennis, le dependance e le case sugli alberi (immaginiamo per gli ospiti!) incluso i percorsi con corde e ponti tibetani per arrivarci.
“It’s fight club. We don’t talk about fight club.”
— WIRED (@WIRED) December 14, 2023
Mark Zuckerberg is building a sprawling, $100 million compound in Hawaii. A WIRED investigation reveals the scale of the project and its impact on the local community. https://t.co/EKG4p93F12 pic.twitter.com/Oup7Jq3DVL
Secondo le indiscrezioni miracolosamente trapelate dal cantiere top-secret, gli edifici in costruzione sarebbero una dozzina in tutto, con almeno 30 camere da letto e altrettanti bagni. "L’intero complesso - scrive Wired - avrà forniture energetiche e alimentari proprie, con un serbatoio per l’acqua potabile e uno spazio dedicato a diverse colture". L'impatto ambientale di questo 'Paradiso' non per nulla aveva sollevato perplessità dopo l'annuncio dell'acquisto di altre terre, a gennaio 2022. Ampliando la sua proprietà, dopo l'acquisto iniziale da circa cento milioni di dollari, Zuckerberg si portava 'a casa' anche il secolare bacino idrico di Ka Loko: quando la diga nel 2006 si ruppe riversò 400 milioni di litri d'acqua sull'isola. Sette persone morirono in quell'incidente.
Ora però l'inchiesta di Wired solleva altri pesanti interrogativi: sul mega cantiere del patron di Meta, il campione globale della condivisione, la cortina di ferro è doppia. Non c'e' soltanto un muro a impedire sguardi indiscreti. Centinaia di operai al lavoro da mesi "sono vincolati da un rigido accordo di non divulgazione", secondo quanto riferito alla testata da diversi lavoratori in forma di anonimato. "Quasi tutti coloro che attraversano la sicurezza del cantiere - dai carpentieri agli elettricisti, dagli imbianchini alle guardie di sicurezza - hanno firmato accordi che non sono una formalità", riporta Wired.
Molti lavoratori affermano di aver visto o sentito storie di colleghi allontanati dal cantiere per averne parlato sui social media. Alle diverse squadre al lavoro, inoltre, sono stati assegnati progetti separati per aree diverse del cantiere: hanno l'obbligo contrattuale di non parlare della loro area di competenza se non nell'ambito del loro stesso team. Wired è riuscita a pubblicare alcune testimonianze di ex dipendenti a contratto solo dopo aver accettato di non svelarne le identità. Uno di questi peraltro ha affermato di esser stato licenziato solo per avere presumibilmente osato condividere una foto dei lavori in corso su Snapchat.
L'inchiesta, a detta della testata, si basa su prove documentali "forti", oltre che sulle testimonianze degli (ex) addetti al cantiere che non hanno avuto paura di parlare. Per potersi costruire il loro angolo di Paradiso, Zuckerberg e la moglie Priscilla Chan avrebbero aggirato anche alcuni obblighi di legge avvalendosi della loro rete di conoscenze politiche e senza nessun riguardo per l'opinione pubblica locale. Dall’altra parte, la Fondazione Chan Zuckerberg Kauai Community Fund dal 2018 ha donato più di 20 milioni di dollari a varie organizzazioni non profit dell’isola e i coniugi Zuckerberg sono senza alcun dubbio i maggiori filantropi dell'isola.