AGI - Gli Stati dell'Ue - Ungheria esclusa - hanno raggiunto un accordo politico sulla revisione del Qfp, il quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea per il periodo 2021-2027. La proposta non è stata ancora formalizzata a causa del veto dell'Ungheria e per un via libera finale probabilmente sarà convocato un vertice Ue straordinario a inizio 2024.
L'ultima proposta di negoziato presentata dal Consiglio europeo prevede nuove priorità per 64,6 miliardi di euro (la Commissione europea aveva proposto 99 miliardi), di cui 50 miliardi per l'Ucraina (33 miliardi saranno prestiti e 17 in sussidi) e 10,6 miliardi di riassegnazioni da altri capitoli. I fondi nuovi che dovranno essere iniettati dagli Stati membri sono quindi 21 miliardi.
Nel dettaglio, oltre ai 17 miliardi per l'Ucraina, sono previsti 9,6 miliardi di euro per le migrazioni: 2 per la gestione delle frontiere e 7,6 per il vicinato e il resto del mondo (di questi, 2 miliardi per il Sud). Il fondo per l'innovazione sarà da 1,5 miliardi, destinati esclusivamente alla difesa. Due miliardi di euro andranno allo strumento per la flessibilità e 1,5 miliardi per la riserva di solidarietà e per gli aiuti d'urgenza.
"L'apertura dei negoziati per l'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea è una decisione sbagliata, che potrebbe avere effetti negativi, ma le conseguenze finanziarie ed economiche di ciò non saranno pagate dagli ungheresi", aveva dichiarato il premier ungherese, Viktor Orbàn, secondo quanto riportato dal suo portavoce, Zoltan Kovacs, su X.
Secondo Orbàn "questi costi devono essere sostenuti da coloro che hanno preso questa decisione". "Gli Stati membri dell'Ue stanno cercando freneticamente di muoversi in questa direzione, quindi l'Ungheria ha l'opportunità di avvertire che questa è una cattiva decisione", aveva aggiunto.
Orbàn aveva chiesto di avere "tutti i fondi europei", di cui una ventina di miliardi di euro restano bloccati, prima di prendere in considerazione la possibilità di revocare il veto sui nuovi aiuti all'Ucraina. "Ho sempre detto che se procedessimo con una revisione del bilancio dell'Ue, l'Ungheria coglierebbe l'occasione per chiedere chiaramente ciò che merita. Non la metà, non un quarto, ma la totalità", aveva dichiarato il leader nazionalista in un'intervista alla radio di Stato.
Il gesto di Orbàn di bloccare i nuovi finanziamenti Ue all'Ucraina è ovviamente piaciuto a Mosca. "L'Ungheria è un Paese sufficientemente indipendente da difendere i propri interessi - ha affermato il portavoce del presidente della Federazione Russa Dmitri Peskov -. Non sta a noi commentare, l'Ungheria è un Paese sovrano, ha i propri interessi. L'Ungheria, tra l'altro, a differenza di molti altri Paesi europei, difende molto fermamente i propri interessi".
Per la premier estone, Kaja Kallas, la possibilità che i 26 Paesi membri dell'Ue concordi sul sostegno finanziario all'Ucraina procedano da soli, senza l'Ungheria, "è una via più difficile, perchè significa pensare di trovare nuovi strumenti e presentarsi ai Parlamenti e ottenere un mandato. E' una soluzione più difficile, ma stiamo lavorando su questa idea. Non siamo arrivati a una conclusione ieri notte. Era chiaro che c'era stata una vittoria sull'apertura dei negoziati di adesione e non c'era modo che l'Ungheria potesse darci una seconda buona notizia".
"Orbàn - ha aggiunto Kallas - non vuole far parte della decisione e ritiene che il sostegno debba rimanere fuori dal bilancio. 'Potete fare quello che volete, ma non voglio farne parte'. Questa è stata la sua spiegazione. Noi abbiamo gli strumenti ed è più facile usare quelli che abbiamo già. Perchè crearne di nuovi significa presentarsi nei Parlamenti: siamo tutte democrazie e la democrazia richiede tempo e l'Ucraina non ha questo tempo", ha evidenziato. Tuttavia "c'è una forte volontà dei 26 di raggiungere il risultato. Ora abbiamo il tempo per lavorare alle soluzione e per lavorare anche con l'Ucraina. Sono abbastanza sicura che per gennaio avremo la soluzione perchè i 26 di sicuro lo vogliono", ha concluso.