AGI - In migliaia di centri rurali francesi i cartelli stradali all'ingresso del Comune, perfettamente capovolti, sono diventati un simbolo (silenzioso ma molto fastidioso) della rabbia. Quei cartelli a testa in giù stanno raccontando in tutto il Paese e al mondo intero, il movimento di protesta di una categoria, quella dei produttori agricoli, che storicamente era tra le più 'forti' nella nazione. Oggi però gli agricoltori francesi si sentono minacciati, sul piano economico e identitario, tanto da avvertire la sensazione di essere 'schiacciati' da un potere che sta camminando sulle loro teste.
Nel mirino del movimento ci sono le politiche del governo ma anche tante misure adottate in ambito di Unione Europea: norme incoerenti, una transizione agro-ecologica scarsamente finanziata, tasse in aumento, redditi divorati dall'inflazione in crescita, vincoli amministrativi sempre più esigenti. A tre settimane dall'inizio dei primi cortei, la rabbia degli agricoltori continua a diffondersi con azioni di protesta che, in qualche caso, hanno avuto risvolti più radicale. E molto poco 'silenziosi'.
In un villaggio non lontano da Rennes, gli agricoltori hanno anche invaso alcuni uffici pubblici con il loro bestiame. Numerosi dipartimenti, un po' ovunque in Francia, sono stati letteralmente bloccati per ore a causa delle 'marce' dei trattori nelle città. Blocchi stradali che, soprattutto in questo periodo prefestivo, stanno mettendo in grande difficoltà i residenti.
"Stavamo pensando a come poter denunciare tutte le 'indicazioni' contraddittorie che il nostro settore continua a ricevere - ha dichiarato Philippe Bardy, capo del sindacato degli agricoltori (Fnsea) in Occitania. "Da noi - ha spiegato - se qualcuno ci dice di fare una cosa un giorno e il giorno dopo il contrario, diciamo che stiamo camminando sulla testa e da lì è nata l'idea", ha precisato Bardy, intervenuto a nome di tutti gli agricoltori arrabbiati per "un mondo che si è capovolto e va avanti sottosopra".
#Manifestation d'#agriculteurs à #Rennes : après les papiers, symboles de la charge administrative, de la paille et du fumier sont déversés à l'entrée de la DRAAF pic.twitter.com/dnINeUVaeU
— Actu Rennes (@Rennes24) December 6, 2023
E a dimostrarlo, per l'appunto, sono i cartelli stradali capovolti ad attirare, non solo simbolicamente, l'attenzione sulla mancanza di regole coerenti e sulla crescente precarietà del mondo agricolo francese. Tra le misure più impattanti, lamenta il settore, c'è l'aumento del costo del diesel per l'alimentazione delle macchine agricole, il ritardo nell'erogazione dei sussidi europei, l'eccesso di burocrazia e la crescente concorrenza delle importazioni.
A tutto questo, secondo il sindacato di categoria, s'aggiunge il fatto che il governo chiede di rendere più ecologici i processi produttivi da un lato, dall'altro vorrebbe prodotti a prezzi inferiori e la sovranità alimentare. Obiettivi irrealizzabili, a detta degli agricoltori, ai ritmi attuali d'imposizione fiscale e di inflazione. La protesta dei cartelli stradali 'a testa in giù è stata bollata come 'illegale' dalle autorità locali. Non sembra tuttavia che ci siano stati tentativi per rimontare la segnaletica nel verso giusto.
Per ora, insomma, la protesta continua così come il pressing su Matignon per cercare di ottenere provvedimenti più favorevoli alla categoria e per sensibilizzare i francesi sulle condizioni di un settore a sua detta "sull'orlo del collasso". In Francia il 50% dei beni agricoli consumati viene importato, ma ciononostante le autorità chiedono un taglio produttivo ai contadini francesi, che denunciano anche una presunta concorrenza sleale degli agricoltori europei.