AGI - L'ennesimo campanello di allarme è suonato all'alba del 5 ottobre, quando ai piedi del Chicago Convention Center è comparsa una miriade di uccellini morti, vittime di un episodio di 'collisione di massa'.
La rivista Nature Communications ha pubblicato oggi la più grande analisi realizzata fino a oggi sull'impatto della luce artificiale sugli uccelli, dopo che episodi come quello di Chicago - i volontari del Museo di Storia Naturale hanno raccolto quasi mille uccellini morti - stanno diventando sempre più comuni.
Lo studio, condotto dall’Università del Colorado, ha confrontato più di 10 milioni di osservazioni dei radar meteorologici con i dati del paesaggio dei volatili e la conclusione è chiara: l’inquinamento luminoso è la seconda causa di mortalità per gli uccelli migratori.
“La migrazione è una fase rischiosa nella vita degli uccelli, che di solito percorrono centinaia o migliaia di chilometri, a volte bruciando metà della loro massa corporea lungo il percorso. Trovare un buon posto dove riposarsi e nutrirsi è essenziale per sopravvivere e prosperare una volta raggiunta la destinazione”, sottolinea Kyle Horton, biologo della Colorado State University.
La luce artificiale diventa il principale indicatore di dove atterrare per gli uccelli, che solitamente migrano di notte, e allo stesso tempo una 'trappola ecologica', poiché provoca collisioni e li attira verso città che non sono luoghi di sosta sicuri per la scarsa qualità dell’aria o l’abbondanza di predatori.
I ricercatori suggeriscono che abbassare la luminosità, ammorbidire il colore delle luci o apporre decalcomanie sui vetri perché gli uccelli capiscano che stanno volando contro una barriera trasparente.
Da parte sua, questo studio ha fornito le prime mappe su scala continentale dei "punti caldi" della migrazione degli uccelli negli Stati Uniti, in modo che da essi possano essere stabiliti piani di conservazione e di lotta all'inquinamento luminoso.