AGI - Sale il bilancio delle vittime dell'eruzione del vulcano Marapi, nell'Indonesia occidentale. Dopo il ritrovamento di altri nove morti e la scoperta, ore fa, di due escursionisti, ugualmente deceduti, sono 22 le vittime dell'esplosione di domenica, secondo fonti ufficiali dell'agenzia locale della città di Padang, capoluogo della provincia di Sumatra Occidentale.
Il Monte Marapi, sull'isola di Sumatra, eruttando, ha sprigionato una torre di cenere di tre chilometri nel cielo mentre 75 persone stavano facendo escursioni nella zona. La missione di salvataggio che ne è seguita è stata ostacolata per giorni da un'ulteriore attività vulcanica e dal maltempo, ma quasi tutti gli escursionisti dispersi sono stati comunque ritrovati salvo uno di loro che risulta ancora irreperibile.
Ahmad Rifandi, responsabile del posto di monitoraggio di Marapi, ha potuto rilevare ben cinque eruzioni (d'intensità minore) da mezzanotte di ieri alle 8:00 della mattina. Le precipitazioni e la coltre di fumo vulcanico hanno anche impedito la vista del Marapi, una vetta alta oltre 2.800 metri nei cui pressi sorgono importanti centri urbani paesi tra cui Bukittinggi, Padang Panjang e Batusangkar.
Il monte Marapi, che significa "montagna di fuoco", è il vulcano più attivo dell'isola di Sumatra. Risale al 1979 una delle sue eruzioni più letali che causò la morte di 60 persone. L'Indonesia è soggetta a frequenti attività sismiche e vulcaniche per via della sua posizione sull'"Anello di fuoco" del Pacifico, dove le placche tettoniche si scontrano. L'arcipelago indonesiano conta in tutto circa 130 vulcani attivi.