AGI - La Corte Suprema russa ha dichiarato il "movimento internazionale Lgbt" come "organizzazione estremista", bandendolo dal Paese. Lo riferisce Mediazona, sottolineando che la decisione, sollecitata dal ministero della Giustizia, avrà effetto immediato.
L'udienza di oggi si è svolta a porte chiuse; in aula erano ammessi solo i rappresentanti dello stesso ministero mentre i giornalisti sono stati chiamati solo per ascoltare la sentenza.
Il giudice della Corte Suprema, Oleg Nefedov, ha impiegato quattro ore per esaminare la richiesta del dicastero, avanzata il 17 novembre scorso. Il governo non ha spiegato cosa intendesse per "movimento internazionale Lgbt" visto che non esiste un'organizzazione in Russia o nel mondo con questo nome.
Per questo alcuni attivisti hanno criticato con sarcasmo l'iniziativa, facendo notare che "il ministero ha inventato e poi bandito il movimento internazionale Lgbt". La mossa è solo l'ultima di una serie di iniziative con cui, dopo l'avvio dell'invasione dell'Ucraina nel 2022, le autorità russe hanno preso di mira le minoranze sessuali in nome dei presunti "valori tradizionali", cavallo di battaglia del Cremlino di Putin.
La Russia ha già vietato nell'ultimo anno la "propaganda gay" e la transizione di genere. Il bando di oggi comporta che chiunque affermi o promuova la parità di diritti per le persone Lgbt affronterà conseguenze legali. Secondo gli attivisti intervistati dalla testata indipendente russa Meduza, il divieto porterà a un aumento dell'odio e del bullismo contro la comunità Lgbt e probabilmente alla persecuzione dei gay semplicemente per il fatto che esistono.
Il Patriarcato di Mosca ha difeso il bando del "movimento internazionale Lgbt" in Russia, deciso dalla Corte Suprema, definendolo "autodifesa morale della società". Il movimento "ha segni di estremismo perchè il risultato delle sue attività, nella loro logica conclusione, è la distruzione dell'idea tradizionale di matrimonio e famiglia", ha spiegato un portavoce della Chiesa ortodossa russa, Vakhtang Kipishidze, come riporta Ria Novosti.
La sentenza della Corte suprema russa è stata criticata dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk: "Nessuno dovrebbe essere incarcerato per aver svolto attività a favore dei diritti umani o per aver negato i propri diritti umani in base al proprio orientamento sessuale o alla propria identità di genere", ha affermato in una nota Turk.