AGI - "A ottobre il nostro presidente, Sauli Ninisto, lo ha detto personalmente al presidente Mattarella: 'Il futuro della guerra in Ucraina è avvolto nella nebbia'. Io ritengo che il Cremlino, alla fine dei giochi, non dovrà ritenersi il vincitore, perché altrimenti penserà a ulteriori aggressioni nei confronti di altri Paesi. Per noi la questione russa è di vitale importanza. Abbiamo relazioni con i russi da cinque secoli e conosciamo la loro politica di potere. L'aggressione all'Ucraina ci ha sorpreso ma sapevamo che poteva succedere".
Matti Lassila, dal primo settembre, è il nuovo ambasciatore finlandese a Roma. Parla bene l'italiano, perché i suoi genitori lavorarono come diplomatici a Roma dal 1969 al 1972. Lui aveva appena 9 anni, ma l'Italia e l'italiano gli sono rimasti dentro la testa e il cuore. "È dovere mio e del mio collega italiano a Helsinki, Sergio Pagano, avvicinare sempre più i nostri Paesi. Le relazioni bilaterali sono eccellenti. Dobbiamo solo far sì che i finlandesi conoscano meglio l'Italia e viceversa. Questo vale per il turismo, per l'economia, per la politica".
Lassila non condivide il retroscena del quotidiano tedesco 'Bild', secondo il quale l'occidente aiuterà l'Ucraina solo nella misura sufficiente a mantenere lo status quo attuale. "Siamo il Paese Nato - dice in un'intervista esclusiva all'Agi -che ha la frontiera più lunga con la Russia, ben 1.350 chilometri. C'è la possibilità di un congelamento del conflitto russo-ucraino, ma questo significa che continuerà per molti anni la perdita di vite umane da ambo le parti. Noi abbiamo già dato all'Ucraina 1,5 miliardi di euro di aiuti militari e 0,5 miliardi di aiuti umanitari. Come tutti i Paesi Ue e Nato vogliamo che, alla fine, l'Ucraina possa essere libera e indipendente. Continueremo a sostenere Kiev fino alla fine e per tutto ciò che sarà necessario".
Sui negoziati a Bruxelles per il nuovo Patto di stabilità, Lassila afferma di non avere conoscenza diretta del dossier. "Spesso nella Ue vedono la Finandia aggiungersi ai quattro Paesi frugali (Olanda, Svezia, Danimarca e Austria). La mia opinione personale è che questo possa cambiare e che in futuro forse non saremo più così rigorosi. Il covid e l'Ucraina hanno aumentato il debito pubblico finlandese dal 60% a oltre il 70%. Alle fine penso che la Ue raggiungerà un compromesso entro fine anno e che ci sarà un nuovo Patto. La Ue spesso decide solo quando è in una situazione di crisi, all'ultimo secondo utile. Draghi propone un nuovo Stato europeo. Io non credo che ci arriveremo nell'immediato futuro, ma potrebbero servire 50 anni".
Nel giugno 2024 ci saranno le elezioni europee e molti ministri italiani vedrebbero volentieri una nuova Commissione Ue senza i socialisti. Anche in Finlandia ora c'è un nuovo Governo di centrodestra con un premier che fa parte del Ppe(Petteri Orpo) e una vicepremier e ministro dell'Economia conservatrice (Riikka Purra del partito dei 'Veri finlandesi'). Anche la Finlandia lavora per una Commissione Ue senza il Pse?
"Finora il nuovo Governo finlandese - risponde Lassila - ha adottato una politica di continuità con il precedente di Sanna Marin per quanto riguarda le politiche Ue. Vedremo i risultati delle elezioni europee e sappiamo che nella Ue sono necessari molti compromessi. Quello che e' certo e' che se sei conservatore, non puoi essere socialista".
Proprio in queste ore la Finlandia ha chiuso fino al 13 dicembre tutti i varchi di frontiera con la Russia. Helsinki accusa Mosca di incentivare volutamente la pressione migratoria verso la Scandinavia. I numeri fanno sorridere se paragonati a Lampedusa: nella stagione autunnale si sono registrati appena 500 arrivi. "Ma noi - afferma l'ambasciatore - riteniamo che gli immigrati non arrivino da soli. Attraversare la Russia è molto complicato sia per le strade sia per i trasporti. È molto più facile arrivare dalla Tunisia a Lampedusa che non dall'Asia alla Finlandia. Riteniamo che dietro questi migranti che arrivano in Finlandia ci sia un'organizzazione che li aiuta ad attraversare la Russia e la Bielorussia".
Ci sarebbero quindi dei trafficanti di esseri umani aiutati dallo Stato russo? "Queste - risponde sorridendo l'ambasciatore - non possono essere le parole di un diplomatico. Noi preferiamo definirlo un 'attacco ibrido'". Sul Medio Oriente Lassila ribadisce la tradizionale linea scandinava: "Due popoli due Stati. Tutti i Paesi nordici sostengono la politica che portò agli accordi di Oslo del 1993.
La Finlandia è pronta a finanziare la ricostruzione di Gaza. Ma oggi, come per l'Ucraina, una eventuale soluzione politica è avvolta nella nebbia". La Finlandia, come l'Italia, si è astenuta sulla risoluzione dell'Onu che chiedeva una tregua. Per quanto riguarda il recente voto sull'Expo 2030 Lassila dice di non sapere quale sia stata la scelta della Finlandia tra Riad, Busan e Roma. "Ho servito il mio Paese - dice il diplomatico - in molti Paesei arabi, tra cui gli Emirati. So che Riad ha messo in campo risorse molto ingenti".
Lassila è appena rientrato a Roma da un tour nel nord Italia con le imprese finniche. "Esportiamo la nostra cellulosa - afferma l'ambasciatore - le nostre aziende producono ascensori (Kone), impianti per le telecomunicazioni (Nokia) e l'energia rinnovabile. L'80% del nostro fabbisogno è coperto dall'energia rinnovabile e la metà di questa quota deriva dall'energia nucleare. Non abbiamo paura delle nuove tecnologie. Aziende finlandesi e italiane stanno già oggi collaborando in Sicilia per sfruttare al meglio l'energia solare".