AGI - La speranza è finita: il piccolo Kfir Bibas, il bambino di dieci mesi divenuto uno dei simboli del dramma degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, è morto con la madre e il fratellino di 4 anni. Le Brigate Al Qasam, braccio armato del gruppo islamista Hamas, hanno annunciato la morte di Shiri Silverman Bibas con i figli Kfir e Ariel.
I tre sarebbero morti causa di "precedenti bombardamenti" su Gaza da parte l'esercito israeliano. Il comunicato delle Brigate non fa cenno a Yarden, padre dei bambini e marito di Shiri, sequestrato con loro.
I Bibas, famiglia di origine argentina, vivevano nel kibbutz Nir Oz, una comunità israeliana molto vicina a Gaza. Kfir era l'ostaggio più piccolo nelle mani dei terroristi, i suoi capelli rossi, come quelli del fratellino, lo aveva reso tra i più riconoscibili degli ostaggi Il giorno della cattura circolava un video di Shiri che teneva i suoi figli in braccio, un'espressione di terrore sul suo viso mentre era circondata da terroristi, i bambini avvolti in una coperta e stretti al petto. C'era anche un video di Yarden, ferito, circondato da terroristi.
In questi giorni, dopo il rilascio di 81 ostaggi - 61 israeliani e 20 stranieri - nell'ambito dello scambio di bambini e donne con prigionieri palestinesi parallelo alla tregua a Gaza, è scoppiata polemica sul fatto che i bambini e la madre non erano stati ancora rilasciati: Kfir era il più piccolo degli ostaggi Alcuni giorni fa, familiari dei Bibas avevano detto di temere per la loro salute e ne avevano chiesto la liberazione.
"Tutti gli altri bambini sono già stati rilasciati. Non sappiamo dove siano tenuti" né "nulla sulle loro condizioni", aveva detto Ofri Bibas, sorella di Yarden, in una conferenza stampa.
Secondo un portavoce dell'esercito israeliano, Avichai Andraee, la famiglia era stata inizialmente rapita da Hamas, ma poi trasferita a un altro gruppo armato palestinese, che l'avrebbe tenuta nella zona di Khan Younis.
Trentuno bambini e ragazzi prigioniero dai terroristi di Gaza sono stati rilasciati come parte di un accordo di cessate il fuoco temporaneo con Hamas, ma dopo 54 giorni, 7 rimangono ancora nella Striscia.
Questi sono i loro nomi:
- Gali Tarshanskij, 13 anni rapita dal Kibbutz Beeri dopo che suo fratello Lior, 15 anni, è stato ucciso. I due si nascondevano in una safe-room insieme al padre Ilya, quando i terroristi hanno fatto irruzione nella loro casa. Gali e Ilya si erano messi in salvo saltando dalla finestra e il padre non era stato catturato. Il corpo di Lior era stato identificato in seguito.
- Amit Shani, 16 anni, unico membro della sua famiglia preso dai terroristi durante il massacro nel Kibbutz Be’eri. È stato rapito davanti a sua madre Tal, 47 anni.
- Ofir Engel, rapito dal Kibbutz Be’eri, ha compiuto 18 anni a Gaza. Ha doppia cittadinanza olandese-israeliana e risiedeva nel Kibbutz Ramat Rachel, adiacente a Gerusalemme, ma era in visita alla sua ragazza.
- Bilal e Aisha Ziyadne, 18 e 17 anni rapiti mentre lavoravano in una stalla del Kibbutz Holit, insieme al padre Youssef, 53 anni, e al fratello maggiore Hamza, 23 anni. La famiglia vive nella città beduina di Rahat, nel quartiere di Ziyadne, che prende il nome dal loro vasto clan familiare.
- Liam Or, 18 anni. catturato insieme a suo zio Dror, 48 anni, e i suoi cugini, Noam, 17 anni, e Alma, 13 anni, dal Kibbutz Be'eri. Noam e Alma sono stati rilasciati come parte della tregua temporanea il 25 novembre.
- Itay Regev, 18 anni. Itay e sua sorella Maya, 21 anni, sono stati rapiti dal festival musicale Supernova, il giorno dopo essere tornati in Israele dall'estero, dove avevano festeggiato il compleanno della madre. Maya è stata rilasciata il 25 novembre come parte dell'accordo di tregua. È ricoverata per le ferite riportate il 7 ottobre