AGI - Inizierà domattina alle sette del mattino ora locale, le sei in Italia, la tregua di 4 giorni nella Striscia di Gaza concordata da Israele e Hamas. Nel pomeriggio alle 16 è previsto il rilascio dei primi 13 ostaggi, cui seguirà la liberazione di detenuti palestinesi, come previsto dall'intesa. Ad annunciarlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, dopo lo slittamento dell'avvio dell'accordo.
Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, ha riferito che gli ostaggi che appartengono alle stesse famiglie verranno liberati insieme. Non è possibile rivelare informazioni sulle rotte attraverso le quali i sequestrati verranno portati fuori da Gaza per "motivi di sicurezza", ha aggiunto, sottolineando che l'"obiettivo principale qui è la sicurezza degli ostaggi".
"Ci concentreremo sul garantire che arrivino sani e salvi attraverso la nostra sala operativa", ha affermato al-Ansari, aggiungendo che ci sarà collaborazione con la Croce Rossa e le parti in causa Quanto al rilascio degli ostaggi non israeliani, cioè diversi cittadini di Paesi asiatici, "i criteri in base ai quali dare la priorità sono puramente umanitari e il nostro obiettivo era quello di portare donne e bambini fuori pericolo il più presto possibile".
La speranza, ha concluso, è che "lo slancio portato da questo accordo ci aiuti a far uscire tutti in tempo e allo stesso tempo, ovviamente, a ridurre le difficoltà della popolazione di Gaza attraverso la pausa umanitaria" che entrerà in vigore domani mattina.
Domani 23 Thailandesi liberi
Hamas ha affermato che, oltre all'accordo sugli ostaggi mediato dal Qatar con Israele, rilascerà anche i 23 ostaggi Thailandesi detenuti a Gaza, senza alcuna condizione, a seguito della mediazione iraniana tra il gruppo terroristico palestinese e il governo thailandese. Lo riferisce il sito d'informazione panarabo Al-Araby Al-Jadeed. La notizia è rilanciata dal 'Times of Israel'. Citando una fonte egiziana anonima, il quotidiano in lingua araba afferma che Teheran ha fornito a Bangkok dettagli sulle condizioni dei 23 ostaggi, che sono stati rapiti durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Ucciso il capo della forza navale di Hamas
Il comandante delle forze navali di Hamas, Amar Abu Jalalah, sarebbe stato ucciso a Khan Younis insieme a un altro membro delle forze navali di Hamas. L'IDF afferma che Jalalah era "un membro operativo di alto livello delle forze navali di Hamas ed è stato coinvolto nella direzione di diversi attacchi terroristici via mare che sono stati sventati". L'attacco aereo è stato effettuato sulla base delle informazioni di intelligence fornite dall'agenzia di sicurezza Shin Bet, dalla direzione dell'intelligence militare e dalla Marina.
A Gaza una situazione drammatica
Il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas ha deciso di sospendere le operazioni di evacuazione dei feriti dall'ospedale di Al-Shifa dopo che le forze israeliane hanno arrestato il direttore e altro personale medico. Il ministero della Sanità ha annunciato la sospensione del coordinamento con l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ciò significa, riportano i media israeliani, che l'evacuazione dei feriti e delle rimanenti squadre mediche a Gaza è attualmente bloccata.
Il ministero ha criticato il fatto che le squadre siano state arrestate nonostante la loro uscita fosse stata coordinata con Israele. Il ministero ha chiesto che le Nazioni Unite intraprendano "un'azione rapida per affrontare la questione".
L'arresto da parte delle forze israeliane di Abu Salmya, direttore dell'ospedale, "è un atto spregevole", si legge in una nota di Hamas. Alle organizzazioni internazionali Hamas ha chiesto di lavorare per il rilascio di Abu Salmiya e del personale medico fermato. Un portavoce del ministero della Sanità di Gaza ha detto che il direttore dell'ospedale era in viaggio dal nord della Striscia di Gaza verso sud con altri medici quando è stato arrestato dalle forze israeliane.
Secondo la tv israeliana Kan, Salmya è stato interrogato dai servizi segreti dello Shin Bet dopo il suo arresto. Intanto il responsabile del Consiglio di sicurezza nazionale, Tzachi Hanegbi, ha smentito le anticipazioni dei media che davano già per oggi la liberazione dei primi ostaggi israeliani e ha spiegato che domani, venerdì, è il primo giorno utile in cui ci può essere lo scambio con i detenuti palestinesi che farebbe scattare la tregua.
Hamas avrebbe avanzato "richieste aggiuntive", facendo slittare l'entrata in vigore dell'accordo sugli ostaggi, riferisce la Bbc, citando una "fonte governativa" israeliana che tuttavia non ha specificato di che tipo di domande si tratta. L'avvio della liberazione degli ostaggi era inizialmente previsto per stamane alle 10 ora locale.
Herzog, sono ore cruciali in vista avvio rilascio ostaggi
Sono "ore cruciali" in vista dell'avvio del rilascio degli ostaggi, ha affermato il presidente israeliano Isaac Herzog, incontrando i premier di Belgio e Spagna, Alexander De Croo e Pedro Sanchez. "Aspettiamo e preghiamo per il ritorno del primo gruppo di ostaggi e l'entrata in vigore del cessate il fuoco concordato tra Israele e Qatar, e tra Qatar e Hamas, sotto gli auspici Usa", ha sottolineato il capo di Stato.
"Vogliamo dare speranza alle famiglie che stanno attraversando l'inferno, affinché possano vedere i neonati, i bambini e gli adulti, le donne, tornare a casa. Ma per questo dobbiamo assicurarci che Hamas rispetti le rigide regole dell'accordo, e questi sono i dettagli esatti di cui si sta discutendo proprio ora", ha spiegato Herzog.
IDF, colpiti 300 siti Hamas nelle ultime 24 ore
Le forze di difesa israeliane hanno colpito circa 300 obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo riferisce l'IDF. Tra gli obiettivi colpiti diversi quartier generali operativi, tunnel di combattimento sotterranei, magazzini di munizioni, siti di produzione di armi e siti di lancio di razzi, aggiunge l'esercito israeliano.
Le conseguenze dell'accordo
L'intesa lascia comunque circa 190 ostaggi a Gaza, di cui circa la metà si ritiene siano militari. Non tutti gli ostaggi sono detenuti da Hamas, alcuni sono nelle mani della Jihad islamica palestinese, una fazione estremista separata, e di altre bande criminali a Gaza. L'accordo, a cui nel governo israeliano si sono opposti fino alla fine i tre ministri di estrema destra, prevede una clausola 'd'incentivo': per ogni 10 ostaggi aggiuntivi rilasciati da Hamas, la tregua sarà prolungata di un altro giorno, ma in questo caso non si fa menzione dell'ulteriore rilascio di prigionieri palestinesi.
L'accordo è un significativo colpo di propaganda per Hamas e una vittoria personale per Yahya Sinwar, il leader del gruppo terrorista a Gaza e mente dell'assalto del 7 ottobre, secondo Israele. Usa, Ue, Russia e Cina hanno tutti accolto con favore l'intesa, che secondo gli auspici di Egitto, Qatar e Giordania dovrebbe ora portare a più seri colloqui di pace.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto a Israele di impiegare i quattro giorni per valutare attentamente il futuro politico della regione al termine della guerra. Papa Francesco, che proprio oggi ha incontrato una delegazione di famigliari di ostaggi e una di palestinesi, ha lanciato un appello a pregare per la pace, sottolineando la sofferenza di entrambi: "Le guerre fanno questo ma qui siamo andati oltre alle guerre. Questa non è guerra, questo è terrorismo".