AGI – In Italia i tempi sono maturi, e non da oggi, per varare una strategia nazionale per l’Indo-Pacifico, una macro-regione che sarà sempre più cruciale per i nostri interessi nazionali in un contesto globale sempre più instabile. Il pressing per promuovere quanto prima un approccio di lungo termine e condiviso, multilaterale e inclusivo, è partito dall’aula del Senato dove – in una sala gremita di esperti, parlamentari e diplomatici della regione - si è svolto il convegno “L’Italia e l’Indo-Pacifico: prospettive e opportunità”. Il primo evento pubblico nel quale sono stati messi a fuoco temi ed elementi specifici che tale strategia dovrebbe includere.
Presente un folto parterre che ha incluso ambasciatori e rappresentanti diplomatici di Australia, Corea del Sud, Figi, Filippine, Malesia, India, Indonesia, Lituania, Nuova Zelanda, Tailandia, e Vietnam, oltre a numerosi accademici e parlamentari. Ad intervenire un panel bi-partisan: con il senatore Francesco Giacobbe (Pd) che ha aperto i lavori, il vicepresidente della commissione estere della Camera, Paolo Formentini (Lega) che è anche presidente del neonato comitato permanente sulla politica estera per l’Indo-Pacifico. Un segno tangibile dell’assoluta convergenza tra maggioranza e opposizione sull’importanza di una strategia nazionale.
Sì a uno sforzo bi-partisan e inclusivo per varare la stretegia
Urge quindi, hanno sottolineato i relatori, uno sforzo costruttivo dei partiti, delle associazioni e del mondo accademico, per spingere il percorso parlamentare (oggi in fase di consultazione) e arrivare nel giro di un anno a definire una strategia consapevole per il nostro Paese. In questo senso si sono mossi gli interventi degli esperti al tavolo: Gabriele Abbondanza, accademico di fama e docente all’Università di Sydney e all'Università di Madrid, specializzato nei rapporti tra Italia e Indo-Pacifico, Alessio Piazza, rappresentante dell’Associazione Italia-Asean e Karolina Muti, responsabile di ricerca dell’Istituto Affari Internazionali.
Indo-Pacifico, centro di gravità globale per i prossimi 30 anni
Se Francia, Germania e Ue hanno già una loro visione specifica per la regione (che geopoliticamente parlando si estende fino le coste americane del Pacifico, ben oltre l’Asia-Pacifico e include anche parte del Mediterraneo allargato) alla luce dell’instabilità attuale “è essenziale – ha esordito Abbondanza - che l’Italia porti in questa regione il suo approccio diplomatico, multilaterale, in armonia con gli alleati europei, e rispettoso delle diverse sensibilità ”. In gioco c'è il futuro dei rapporti con la macro-regione del mondo più importante per demografia e per crescita a livello globale: qui si concentrano, secondo dati diffusi durante il convegno, circa i due terzi della popolazione mondiale e i due terzi del Pil globale. Si tratta inoltre di economie per lo più complementari a quella italiana, che rappresentano, insieme all'Ue, circa il 70% del commercio globale.
Impegno italiano nell'Indo-Pacifico, a prescindere dai governi
A prescindere dai governi, ha aggiunto l’accademico, “è fondamentale che il nostro Paese faccia sintesi dei diversi approcci sperimentati nei confronti dell’Indo-Pacifico e faccia sistema in modo efficace, per confermare nel lungo periodo gli impegni presi con i partner della regione”. In questo senso, ha aggiunto, “una strategia nazionale è come una bussola per mantenere la rotta in una regione del mondo che resterà almeno per i prossimi 30 anni un centro di gravità globale e continuerà a crescere nonostante le tensioni geopolitiche”.
The 1st special issue on #Europe & the #IndoPacific is out (mostly Open Access!) with @IPSR_Journal
— Gabriele Abbondanza (@Dr_G_Abbondanza) October 10, 2023
5 case studies:
1) Europe (@Dr_G_Abbondanza & T. Wilkins)
2) Germany (R. Ulatowski)
3) UK (T. Wilkins)
4) Italy (@Dr_G_Abbondanza)
5) EU (@GoranaGrgic)
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Gli assi chiave di una futura strategia
Secondo Abbondanza, una strategia italiana per l’Indo-Pacifico dovrebbe basarsi sette assi chiave ovvero essere multilaterale, mirata alla stabilità e alla prosperità, fondarsi sui progetti di cooperazione, potenziare la sicurezza regionale e le sinergie tra i vari settori nonché facilitare la connettività delle infrastrutture fisiche e digitali. Una simile strategia dovrà anche far tesoro del fatto che l’Italia – ha evidenziato Piazza – è diventato un partner di sviluppo dell’Asean, l’associazione dei Paesi del sud est asiatico oltre ad esser un partner centrale in tutta una serie di progetti e partnership strategiche siglate con Paesi della regione.
Italia sfrutti la sua posizione
Remano nella direzione di una sempre più forte cooperazione con l’Indo-Pacifico anche il nuovo progetto di corridoio economico lanciato a margine del G20 di New Delhi, che vedrà l’Italia centrale tanto per le reti di trasporto quanto per i collegamenti energetici, e l’adesione italiana alla Indo-Pacific Oceans Initiative (Ipoi) del premier indiano Narendra Modi. Progetti che si aggiungono alle numerose partnership strategiche siglate da Roma con Paesi dell’Indo-Pacifico in settori chiave come quello della tecnologia, della sicurezza e dell’aerospazio.
Risposte condivise e forti per sfide impegnative
All’orizzonte, hanno concordato i relatori, si profilano sfide impegnative – dalla sicurezza, al cambiamento climatico, dalle migrazioni di massa alle pandemie – che hanno bisogno di risposte comuni: l’Italia non può più sottrarsi a una riflessione strategica più sistematica e strutturata per questa regione del mondo e tirarsi indietro rispetto a un impegno più continuativo. A tutela dei suoi interessi e in sintonia con quelli dei Pesi Ue e di molti paesi Indo-Pacifici.